29 Novembre 2022
Nel mondo contemporaneo, il dissenso viene represso tanto nel mondo fisico (con polizia ed esercito) quanto in quello virtuale: è ciò a cui stiamo assistendo in queste ore, in cui Twitter è letteralmente tenuto sotto assedio da migliaia di bot (profili non gestiti da umani) che postano ininterrottamente pornografia o contenuti inutili nel tentativo di oscurare materiale compromettente, come video delle proteste o della brutale soppressione da parte della polizia. Si parla già di "primo fallimento per Musk" nel tenere il suo social al sicuro da interferenze governative.
Un evento che riapre il dibattito sull'uso politico dei social e sulle possibili interferenze da parte dei governi mondiali. Twitter, tecnicamente, è bandito in Cina, ma è comunque possibile accedervi utilizzando network e reti private. La diffusione di video e denunce sul web è stato ed è uno strumento importante attraverso cui i manifestanti sensibilizzando l'opinione pubblica globale nel sostenere le proteste.
Secondo le rilevazioni, man mano che le proteste prendevano corpo, il numero di tweet scritto da account di spam è cresciuto sensibilmente, al punto che Alex Stamos, direttore dello Stanford Internet Observatory, ha parlato di un "primo fallimento grave" della gestione Musk, che nelle intenzioni doveva proprio tenere Twitter "lontano dalla politica" e dalla manipolazione da parte dei governi mondiali.
Non è difficile correlare un simile fallimento alle grosse perdite di organico dell'azienda social, che in seguito all'acquisto da parte di Musk ha visto oltre 7000 licenziamenti e più di 1500 dimissioni spontanee in seguito al discorso del nuovo proprietario, che aveva avvertito di dipendenti che le condizioni di lavoro sarebbero state ben più dure. Tuttavia, lo staff di Twitter sta già lavorando nel cancellare più account bot possibile.
Gli account bot operano intasando feed e bacheche di post in cui pubblicizzano pornografia e sex workers, oppure applicazioni di gioco d'azzardo online. L'operazione di "guerriglia informatica" non è comunque riuscita a limitare del tutto la diffusione di video che ritraggono le forze dell'ordine di Pechino sopprimere le proteste con efficiente brutalità.
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