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Guerra Ucraina, Zelensky continua a chiedere armi e Biden sbotta al telefono: “Mostra gratitudine”

Lo scorso giugno il presidente degli Stati Uniti ha perso le staffe durante un colloquio telefonico col leader ucraino, che ha stilato un elenco degli armamenti non ancora ricevuti

31 Ottobre 2022

Guerra Ucraina, Zelensky continua a chiedere armi e Biden sbotta al telefono: “Mostra gratitudine”

A un certo punto ha perso la pazienza. E Joe Biden, al telefono, ha fatto notare a Volodymyr Zelensky che gli Stati Uniti erano “già stati abbastanza generosi”. L’episodio risale allo scorso giugno. Secondo le ricostruzioni della Nbc, che l’ha reso noto oggi, lunedì 31 ottobre, Biden aveva appena informato Zelensky del suo via libera a un nuovo pacchetto di assistenza militare da un miliardo di dollari quando il presidente ucraino ha iniziato a leggere una lista di sistemi di armi non ancora ricevuti.

Guerra Ucraina, Zelensky continua a chiedere armi e Biden sbotta al telefono: “Mostra gratitudine”

A quel punto, alzando la voce, il capo della Casa Bianca avrebbe ricordato al suo interlocutore che il popolo statunitense “era già stato abbastanza generoso”, che la sua amministrazione stava lavorando sodo per aiutare l’Ucraina e che Zelensky avrebbe potuto mostrare “un po’ di gratitudine”. I rapporti tra i due leader, tuttavia, sarebbero migliorati dopo quella telefonata, a seguito della quale il presidente ucraino ha diramato un comunicato per ringraziare gli Stati Uniti per la “generosa assistenza”. Lo scontro, scrive la Nbc, “mostra comunque come già all’epoca Biden fosse consapevole di come il sostegno del Congresso e dell’elettorato statunitense verso il fermo sostegno Usa all’Ucraina fosse già in calo. Un fatto che ora appare più evidente, con diverse resistenze sia nel Partito repubblicano sia nel Partito democratico allo stanziamento di nuovi fondi a favore di Kiev”.

Guerra Ucraina, Zelensky continua a chiedere armi e Biden sbotta al telefono: “Mostra gratitudine”

I rapporti tra Ucraina e Stati Uniti hanno poi avuto ulteriori momenti di tensione anche lo scorso ottobre quando l’intelligence americana scaricò tutte le responsabilità sul governo di Zelensky per la morte di Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin, uccisa il 20 agosto scorso in seguito a un attentato che provocò l’esplosione dell’auto sulla quale viaggiava, da sola, di ritorno da un festival vicino Mosca. Stando a quanto rivelarono fonti informate al New York Times, gli Usa “non hanno preso parte all’attacco, né fornendo informazioni né altre forme di assistenz”. Non è un caso che la notizia venga fatta trapelare adesso, dei problemi a venire, dopo le elezioni del midterm, in programma l’8 novembre, quando il nuovo Congresso, a secondo del risultato, potrà forse frenare il flusso di aiuti. Subito dopo le elezioni, il Congresso uscente potrebbe forse essere chiamato ad approvare un nuovo pacchetto per 50 miliardi di dollari.

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