25 Ottobre 2022
Man mano che le conseguenze socio-economiche della guerra diventano insostenibili, persino negli Stati Uniti, storicamente nemici della Russia, si fortifica il "partito della pace". In questo caso, sotto forma di appello indirizzato al presidente Joe Biden, firmato da 30 congressisti democratici capitanati da Pramila Jayapal: gesto significativo perché viene dal partito di Biden stesso, non dall'opposizione. Secondo questo gruppo, per arrivare velocemente a un accordo è necessario scavalcare l'Ucraina e trattare direttamente con Putin.
Insomma, è chiaro che la pace non è possibile tra i due contendenti di per sé: l'Ucraina ha già chiarito in ogni modo che combatterà fino allo stremo, anche in caso di attacco nucleare. Combattere fino alla vittoria dunque, che significa, secondo le autorità ucraine, la riconquista di tutti i territori occupati, Crimea compresa.
Lo spirito per affrontare un conflitto lungo c'è: ma il problema è di natura materiale, visto che l'esercito ucraino ha comunque bisogno di armamenti e munizioni NATO per affrontare quello russo. Sostegno finora molto generoso da parta degli Stati Uniti, che ha tuttavia pesato sui conti pubblici: "decine di miliardi di soldi dei contribuenti", come affermano i congressisti democratici. Prezzo sociale enorme che impone la necessità di un cessate-il-fuoco immediato.
Anche nell'ambito repubblicano, tradizionalmente popolato di "falchi anti-russi" (escludendo la parentesi del flirt di Trump), il sostegno si fa via via più freddo. Non tanto a livello ideologico, quanto appunto per l'entità mostruosa degli investimenti, anche economici, che bisogna bruciare per alimentare la fornace ucraina. Stato, infatti, che non ha pressoché più infrastrutture operative e dipende dai prestiti occidentali per mantenere una economia di guerra.
Insomma, il partito del sostegno all'Ucraina comincia a riscontrare, per la prima volta dall'inizio della guerra, una certa opposizione. Che potrebbe crescere nel corso delle elezioni mid-term, mettendo a rischio la già vacillante posizione del presidente Biden.
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