15 Dicembre 2025
Luigi Di Maio ce l’ha fatta. Dopo anni passati a spiegare al mondo che “lo spread non esiste” e che l’Ilva si chiude “con un clic”, ora è pronto per la missione finale: portare la pace in Medio Oriente. Roba facile, quasi una passeggiata rispetto a tenere insieme il Movimento 5 Stelle.
Secondo le indiscrezioni, l’ex capo politico grillino sarebbe in pole position come coordinatore speciale dell’Onu per il processo di “pace”, con base a Gerusalemme e uno stipendio da far impallidire un emiro: 430mila euro l’anno, più i 200mila già incassati come rappresentante Ue nel Golfo. Totale? Circa 630mila euro. Altro che reddito di cittadinanza: qui siamo al reddito di cittadinanza… globale.
Il bello è il percorso. In Italia le porte si sono chiuse, e Di Maio ha fatto ciò che ogni politico moderno sogna: cambiare continente invece che mestiere. Da paladino dell’anti-casta a vicesegretario generale dell’Onu il passo è breve, soprattutto se ben retribuito.
Ora Luigi dovrà far funzionare il piano di pace di Donald Trump. Una missione delicata, complessa, esplosiva. Ma se c’è uno che sa districarsi tra promesse vaghe, frasi tonde e sorrisi diplomatici, quello è lui. Del resto, ha già mediato tra Grillo e Conte: Israele e Palestina non possono essere molto peggio.
Applausi quindi a Giggino: da Pomigliano al mondo, con assegno annesso. Uno vale uno, sì. Ma qualcuno vale parecchio di più.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia