20 Settembre 2022
È la verde Europa. Energia pulita, aria fresca, clima al sicuro. Con le pale eoliche, i pannelli fotovoltaici, gli uccellini che cinguettano, i cerbiatti che corrono felici nei prati. Sembra un vecchio film di Walt Disney, invece è il Green deal europeo, la serie di misure stabilite dall’Unione europea da intraprendere per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Peccato che la verde Ue sia stata portata in tribunale dagli ambientalisti di Greenpeace, che hanno avviato un’azione legale contro l’inclusione di gas e nucleare nell’elenco degli investimenti sostenibili della Tassonomia verde, la classificazione che, secondo specifiche condizioni, stabilisce se un’attività economica può qualificarsi ecosostenibile o meno.
Otto uffici europei di Greenpeace, tra cui quello italiano, hanno deciso di intraprendere un’azione legale contro l’inclusione di gas e nucleare nell’elenco degli investimenti sostenibili della Tassonomia verde. L’organizzazione ambientalista ha ricordato che “lo scorso gennaio la Commissione europea aveva deciso di aggiungere queste tecnologie pericolose e inquinanti alla Tassonomia, ma a luglio il Parlamento europeo non è riuscito ad adottare un’obiezione formale a questa decisione, nonostante la diffusa opposizione dei cittadini europei, degli scienziati del clima, delle istituzioni finanziarie e delle organizzazioni ambientaliste”. Proprio a luglio Greenpeace aveva annunciato l’intenzione di presentare una richiesta formale alla Commissione europea di revisione interna e, in caso di esito negativo, di portare la causa alla Corte di giustizia europea. E così farà. Gli altri uffici che hanno deciso di avviare l’azione legale sono quelli di Germania, Francia, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Europa centrale e orientale e la Greenpeace european unit, che insieme alla costola italiana dell’organizzazione hanno inviato una richiesta formale per una revisione interna alla Commissione. Secondo Greenpeace, l’inclusione di gas e nucleare nella Tassonomia verde viola il regolamento sulla Tassonomia Ue 2020/852, ma anche la legge europea sul clima e gli obblighi di Bruxelles definiti dall’accordo di Parigi del 2015.
“Questo marchio verde fasullo è incompatibile con le norme Ue sul clima e sull’ambiente”, ha spiegato il sustainable finance campaigner per la Greenpeace european unit, Ariadna Rodrigo. “Il gas fossile è una delle cause principali della crisi climatica ed economica, mentre per il nucleare non c’è ancora nessuna soluzione al problema delle scorie e il rischio di incidenti è troppo elevato per poter essere ignorato. Quest’inverno dovremo affrontare una crisi energetica e bollette salate. È vergognoso che chi ha causato questa crisi energetica ne approfitti mentre le persone soffrono. La Commissione europea si è schierata etichettando come verdi gas e nucleare. Sin dall’inizio il greenwashing del gas fossile e del nucleare in Tassonomia aveva una motivazione politica, ma questo non aiuterà la Commissione europea in tribunale”.
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