02 Dicembre 2021
fonte: Twitter @you_trend
Terremoto politico in Austria all'indomani del prolungamento del lockdown, con Alexander Schallenberg che si è dimesso da cancelliere federale a soli due mesi dall'assunzione della carica. Il capo del governo avrebbe deciso di lasciare il suo ruolo a poche ore dalle dichiarazioni del suo predecessore Sebastian Kurz, che ha annunciato in giornata il suo ritiro dalla vita politica. Schallenberg, in precedenza ministro degli Esteri, era diventato cancelliere dell'Austria lo scorso 11 ottobre a seguito dello scandalo che aveva colpito Kurz, indagato per favoreggiamento alla corruzione.
Nel motivare il suo gesto, Schallenberg ha dichiarato che a suo avviso "i ruoli di capo del governo e di presidente del partito più forte in Austria dovrebbero essere rapidamente riuniti sotto una sola persona. Rendo quindi disponibile il mio ruolo di cancelliere". Si prospetta dunque una crisi di governo in pieno lockdown e con la popolazione sempre più insofferente per l'obbligo vaccinale previsto per il febbraio 2022.
Il cancelliere uscente ha tuttavia rassicurato che non vi sarà un drastico cambio di rotta nella guida del paese, dato che la sua volontà è quella di lasciare il posto a colui che diventerà il prossimo segretario dell'Övp, il Partito Popolare Austriaco. L'addio definitivo di Schallenber al cancellierato sarà dunque previsto "non appena il partito avrà preso le scelte dovute". Al momento il più papabile per la doppia carica di cancelliere e di leader del partito sembra essere l'attuale ministro dell'Interno Karl Nehammer.
"Il momento decisivo è stata la nascita di mio figlio". Così l'ex cancelliere Sebastian Kurz ha motivato il suo ritiro dalla vita pubblica nella giornata di giovedì, concludendo una carriera da enfant prodige della politica che lo ha portato in pochissimo tempo a essere ministro degli Esteri a soli 27 anni e in seguito cancelliere a 31; il più giovane capo di governo della storia della Austria.
Secondo molti però, a pesare sulla decisione di Kurz ci sarebbe in realtà l'inchiesta che lo vede accusato di favoreggiamento della corruzione e che lo ha costretto alle dimissioni lo scorso ottobre. Per l'accusa, l'ex cancelliere avrebbe commissionato sondaggi politici a lui favorevoli pagandoli con soldi pubblici, ma Kurz aveva reagito con vigore a queste affermazioni, dichiarando: "Le accuse sono false e lo dimostrerò".
Nel lasciare la carica, Kurz aveva spiegato all'epoca come sarebbe stato "irresponsabile lasciare il nostro Paese nel caos e nello stallo, sarebbe anche irresponsabile l’esperimento di una coalizione a quattro che dipenderebbe dalle grazie dei Freiheitlichen di Herbert Kickl. Pongo l’interesse del Paese davanti al mio". Da qui l'annuncio che sarebbe comunque rimasto in parlamento come capogruppo e come leader dei popolari, fino all'epilogo di inizio dicembre.
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