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La Russia punta a viaggi su Marte in 45 giorni grazie al motore nucleare al plasma, si riaccende la sfida spaziale con l’Occidente

Il motore al plasma russo non rivoluzionerà domani i viaggi interplanetari, ma riaccende la sfida per la leadership tecnologica nello spazio

23 Ottobre 2025

La Russia punta a viaggi su Marte in 45 giorni grazie al motore nucleare al plasma, si riaccende la sfida spaziale con l’Occidente

Fonte: Facebook, @Foxing News

La nuova corsa allo spazio passa dal nucleare

Dopo decenni di stagnazione, la propulsione nucleare elettrica torna al centro della competizione spaziale. L’istituto scientifico Rosatom di Troitsk ha annunciato nel febbraio 2025 lo sviluppo di un motore a plasma magnetico capace – almeno sulla carta – di ridurre il viaggio Terra–Marte da nove mesi a 45 giorni.
Il progetto, presentato come una delle punte di diamante della strategia spaziale russa, si inserisce in un quadro geopolitico più ampio: la rinascita del nucleare come leva di potenza e la crescente competizione con Stati Uniti e Cina nel controllo delle orbite cislunari e delle rotte interplanetarie.

Dalla chimica al plasma: la rivoluzione silenziosa

I motori chimici, protagonisti dell’era Apollo, offrono spinte potentissime ma di breve durata. Una volta terminata la combustione, il veicolo prosegue per inerzia su orbite “economiche” dette Hohmann, impiegando sei–nove mesi per raggiungere Marte.
La propulsione elettrica al plasma ribalta questo paradigma: non produce un impulso esplosivo, ma una spinta costante e continua che, nel tempo, permette accelerazioni superiori e un consumo di carburante drasticamente ridotto.
Nel motore russo, la corrente genera un campo magnetico che accelera particelle cariche di idrogeno fino a 100 km al secondo. Si tratta di un salto di quasi venti volte rispetto ai 4,5 km/s dei propulsori chimici tradizionali.

Il prototipo Rosatom: 6 newton di spinta e 300 kW di potenza

Il cuore della notizia è un prototipo sperimentale da 300 kilowatt, capace di erogare una spinta di circa 6 newton — l’equivalente del peso di una mela terrestre.
Numeri che, per gli standard dei motori elettrici, sono notevoli: significano un’efficienza energetica altissima e una durata operativa superiore alle 2.400 ore, sufficiente per missioni robotiche verso Marte.
La camera di prova, lunga 14 metri, riproduce le condizioni di vuoto spaziale e serve a verificare la stabilità del getto di plasma. Il motore funziona in modalità impulso-periodica, riducendo il carico termico e convertendo quasi tutta l’energia elettrica in movimento.
L’obiettivo dichiarato: un modello di volo entro il 2030.

Il sogno dei 45 giorni: tra scienza e geopolitica

Tecnicamente, per coprire la distanza Terra–Marte in un mese e mezzo, servirebbero centinaia di megawatt continui. Il prototipo di Rosatom è ancora lontano da tali potenze, ma rappresenta un passo concreto nella scalata tecnologica verso quella soglia.
La Russia mira a sviluppare rimorchiatori nucleari-elettrici (come il progetto TEM “Zeus”) per il trasporto di carichi e infrastrutture tra orbite terrestri e lunari.
È qui che la partita si fa geopolitica: chi controllerà la logistica spaziale, chi avrà la capacità di rifornire satelliti, spostare moduli, “ripulire” orbite, deterrà una forma nuova di potere strategico.
Non è un caso che la US Space Force e l’Università del Michigan stiano lavorando su progetti simili, finanziati con 35 milioni di dollari, e che startup come RocketStar Inc. sviluppino propulsori a fusione nucleare.

La fisica è pronta, ma l’ingegneria è il vero ostacolo

Il motore al plasma promette impulsi specifici altissimi – fino a 10.000 secondi – ma la spinta totale resta modesta. Per una nave interplanetaria da 100 tonnellate servirebbero migliaia di newton di spinta e, di conseguenza, centinaia di megawatt elettrici costanti.
E qui entra in gioco il problema più difficile: come produrre e dissipare tanta energia nello spazio.
Un reattore nucleare genera calore che, nel vuoto, può essere smaltito solo tramite radiatori infrarossi. Ogni megawatt utile richiede superfici radianti enormi, leggere e resistenti ai micrometeoriti. È ingegneria estrema, dove ogni chilogrammo conta e ogni errore può essere fatale.

Il vantaggio russo: integrazione verticale e narrazione strategica

L’annuncio di Rosatom non è solo tecnico, ma politico-industriale.
Mentre in Occidente la catena di sviluppo della propulsione spaziale è frammentata tra agenzie, startup e università, Mosca propone un modello centralizzato, in cui il reattore, la conversione elettrica e il motore al plasma appartengono alla stessa filiera. Questo consente tempi lunghi ma lineari, meno vulnerabili ai cambiamenti di governo o ai tagli di budget. È una narrazione di continuità e autosufficienza, che offre alla Russia un ritorno reputazionale anche a prescindere dai risultati operativi immediati.

Dallo spazio profondo all’orbita bassa: il gioco vero

In realtà, la prima applicazione della propulsione nucleare-elettrica non sarà un volo umano su Marte, ma la gestione delle infrastrutture cislunari e orbitali.
Un rimorchiatore da 1 megawatt può già oggi cambiare il modo di muovere satelliti, rifornire moduli e smaltire detriti spaziali.
Ogni passo in questa direzione – anche senza equipaggi – sposta gli equilibri strategici e apre nuove opportunità economiche: logistica orbitale, costruzione modulare, estrazione di risorse spaziali.
Il sogno dei 45 giorni per Marte resta lontano, ma la tecnologia per costruire l’autostrada dello spazio è già in cantiere.

La corsa alla potenza

Il motore al plasma russo non rivoluzionerà domani i viaggi interplanetari, ma riaccende la sfida per la leadership tecnologica nello spazio.
In un mondo in cui energia e autonomia sono sinonimi di potere, chi saprà portare megawatt reali nello spazio — in modo stabile, sicuro e sostenibile — detterà le regole della prossima era spaziale.
E, per la prima volta dopo anni, la Russia sembra aver trovato un modo per tornare al centro del racconto tecnologico globale: non con un razzo che esplode, ma con un plasma che accelera.

Di Riccardo Renzi

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