06 Ottobre 2021
Il cancelliere dell'Austria Sebastian Kurz e il suo partito sono indagati per corruzione. Il tutto è accaduto nell'arco di una giornata di fuoco, quando le Forze dell'ordine sono entrate nella sede dei Conservatori per sequestrare documenti e altro materiale utile a fare luce sul caso.
Mercoledì 6 ottobre i pubblici ministeri austriaci hanno fatto irruzione negli uffici del partito del cancelliere Sebastian Kurz e di alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Secondo quanto segnalato dai media austriaci, il politico e i suoi collaboratori sono sospettati di corruzione intorno agli aiuti statali per la pubblicità sui giornali. L'indagine è l'ennesimo grattacapo per Kurz, sotto inchiesta già dallo scorso maggio con l'accusa di falsa testimonianza.
I raid arrivano una settimana dopo che il Partito del popolo (Ovp) ha ripetutamente accusato i pubblici ministeri anticorruzione di perseguitarli con una campagna di accuse diffamatorie. Il pm ha più volte smentito quanto dichiarato da Kurz e i suoi colleghi, fino ad arrivare all'incursione di oggi.
La vicepresidente dell'Ovp Gaby Schwarz ha però insistito su questo punto, mentre commentava quanto accaduto: "Sono state fabbricate ulteriori accuse su eventi, alcuni dei quali risalenti a cinque anni fa. Ciò continua a succedere con lo stesso obiettivo e metodo: danneggiare gravemente il Partito popolare e Sebastian Kurz". Schwarz ha aggiunto che un raid simile era già stato effettuato presso la sede dell'Ovp nel 2013 e non aveva trovato "nulla di incriminante".
Un portavoce della Cancelleria austriaca ha confermato che le scrivanie e le abitazioni di un portavoce, del capo delle relazioni con i media e di un assistente di Kurz sono state perquisite, senza dire perché. Johannes Frischmann e Gerald Fleischmann e il consigliere Stefan Steiner sono ora accusati insieme a Sebastian Kurz di aver preso parte al giro di mazzette per distorcere le proiezioni elettorali
I media austriaci hanno riferito che i pubblici ministeri stavano agendo con l'accusa di corruzione, che includeva pagamenti governativi per la pubblicità sui giornali in cambio di una copertura favorevole nelle notizie o durante i sondaggi. Il quotidiano Oesterreich ha negato di aver ricevuto pagamenti dal governo per la pubblicità in cambio della pubblicazione di sondaggi di opinione, insinuando che i pubblici ministeri stavano indagando sulla base di "equivoci evidentemente gravi".
Gli ingenti budget dei ministeri austriaci per la pubblicità sui giornali sono stati a lungo identificati come una possibile fonte di indebita influenza sui media.
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