25 Settembre 2025
Generali continuerà il dialogo con Natixis, dopo che è stata rimossa la penale da €50 milioni prevista lo scorso gennaio, in caso di mancata conclusione dell’accordo per la creazione di una joint venture nel settore del risparmio gestito da €1.900 miliardi. Le trattative tra le due società potranno proseguire fino al 31 dicembre e, qualora si giunga a un’intesa definitiva, questa dovrà essere nuovamente sottoposta all’approvazione dei rispettivi Consigli di Amministrazione.
La decisione sull’accordo è dunque rinviata alla fine dell’anno: come già anticipato da Il Giornale d'Italia, Mps, con la regia del Governo, punta a far saltare l’intesa con Natixis, mirando a promuovere un’alleanza nel "Terzo Polo allargato" e a realizzare un grande player europeo nella Bankassurance.
L’aggiornamento sull’avanzamento dell’operazione è arrivato durante il CdA di Generali, riunitosi nel pomeriggio del 24 settembre. In quell’occasione, l’Amministratore Delegato Philippe Donnet avrebbe riferito al board gli esiti dei recenti incontri tra i vertici dei due gruppi, da cui sono scaturite le ultime decisioni. Tuttavia, il percorso si presenta ancora complesso: i rappresentanti delle liste di minoranza, infatti, avrebbero nuovamente espresso la loro contrarietà a proseguire le trattative con il partner francese.
Lo scenario si è ulteriormente complicato rispetto a gennaio, quando Generali e Natixis avevano siglato un memorandum d’intesa non vincolante. La situazione si è fatta più delicata soprattutto dopo l'acquisizione dell'azionista di riferimento di Generali, Mediobanca, effettuata da Mps, e le dimissioni di Alberto Nagel dalla guida di Piazzetta Cuccia, che detiene circa il 13% del gruppo triestino. Francesco Gaetano Caltagirone, che possiede circa l’11% di Mps e il 6,28% di Generali, ha sempre manifestato la propria contrarietà all’operazione, preferendo invece la ricerca di alleanze con attori italiani; anche Delfin, azionista di peso sia in Mediobanca che in Generali, ha espresso riserve in merito.
A influire maggiormente è la posizione dell’esecutivo, che, qualora l’intesa venisse siglata, potrebbe decidere di attivare il golden power, attento sul rischio che il controllo sui risparmi degli italiani finisca in mani estere.
Sulla questione era intervenuto prima dell’estate l’AD di Generali, Philippe Donnet, che, pur ribadendo la validità dell’operazione, aveva sottolineato l’intenzione di mantenere un dialogo aperto con il governo. Più di recente, Nicolas Namias, AD di Bpce (azionista di riferimento di Natixis), ha spiegato che i tempi prolungati delle trattative sono stati dettati dalla necessità di attendere una maggiore stabilità della base azionaria di Generali, alla luce dell’OPAS lanciata da Mps su Mediobanca. I negoziati, tuttavia, restano in corso, con l’obiettivo di convincere le autorità italiane del valore strategico dell’operazione per la sovranità nazionale.
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