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Tamburi (TIP): “Borsa e IPO strumenti decisivi per capitalizzare le imprese e rilanciare il sistema produttivo”

Giovanni Tamburi, Presidente e Amministratore Delegato di T.I.P. – Tamburi Investment Partners S.p.A., intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione della Lectio Magistralis AIAF da lui curata, evidenzia l’importanza della Borsa e delle IPO nel sostenere la capitalizzazione, l’innovazione e lo sviluppo del sistema produttivo italiano

28 Novembre 2025

Giovanni Tamburi, Presidente e Amministratore Delegato di T.I.P.Tamburi Investment Partners S.p.A., intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione della “Lectio Magistralis AIAF – Borsa e IPO per la crescita delle imprese”, un appuntamento da lui curato, ha illustrato il ruolo dei mercati finanziari e il potenziale ancora inespresso delle imprese italiane in relazione alla raccolta di capitali, all’innovazione e allo sviluppo del tessuto produttivo.

Qual è oggi il ruolo delle start up in Italia e quali sono i settori in cui il Paese sta esprimendo il meglio?

Il panorama delle start up italiane è estremamente diversificato: si va dal food alla tecnologia, fino a una molteplicità di altri ambiti in cui stanno emergendo idee e modelli di business innovativi. Con l’accelerazione dell’intelligenza artificiale, poi, stiamo assistendo alla nascita di iniziative di ogni tipo. Siamo contattati quotidianamente da start up che cercano capitali, partnership o un collegamento diretto con le imprese. Non credo esista un unico settore particolarmente trainante: è piuttosto un’onda in crescita continua, che attraversa l’intero ecosistema e che merita di essere seguita con attenzione.

In che senso ritiene che l’attuale Governo stia assumendo un approccio “anti-impresa”?

Ritengo che il Governo stia offrendo un sostegno molto limitato, sia alle imprese sia agli investitori. Alcune recenti normative, come quelle legate ai dividendi, non incentivano né l’afflusso di capitali né la competitività del sistema. E questo è paradossale, considerando l’enorme quantità di risparmio disponibile nel Paese e l’elevato numero di imprese sottocapitalizzate che avrebbero bisogno di strumenti adeguati per crescere. A ciò si aggiunge un mercato finanziario che rimane asfittico, come è stato ripetuto più volte. Con queste condizioni si potrebbe fare moltissimo, e invece, almeno per ora, non si intravedono segnali di un cambio di passo che consenta a questo Governo di lasciare un’impronta storica in materia di politica industriale.

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