27 Novembre 2025
Luigi Lovaglio a sx, Mps e Alessandro Melzi d'Eril a dx, Mediobanca
La lunga battaglia tra Mps e Mediobanca, durata nove mesi – da fine gennaio a metà settembre – ha generato un conto complessivo quasi di 140 milioni di euro in consulenze finanziarie e legali. Una cifra che dimostra la portata del risiko bancario più rilevante degli ultimi anni, culminato con la conquista dell’86,3% di Mediobanca da parte dell’istituto senese guidato da Luigi Lovaglio, mentre la merchant bank di Alberto Nagel tentava di difendersi mettendo sul tavolo anche l’operazione su Banca Generali.
Nell’ultima trimestrale, Mediobanca ha contabilizzato 45,3 milioni di euro di costi straordinari, connessi sia all’offerta pubblica di Mps, sia alla mancata Ops su Banca Generali, bocciata dai soci ad agosto.
Molto più elevata, invece, la spesa sostenuta da Mps, che nella relazione dei primi nove mesi segnala "94 milioni di euro più Iva e spese, includendo consulenze connesse ai procedimenti autorizzativi - anche presso le giurisprudenze estere - contributi alle autorità di vigilanza".
Mps, quindi, ha speso oltre il doppio di Mediobanca, nonostante la banca milanese si sia trovata a gestire due operazioni straordinarie in parallelo.
Ben più contenuti i costi dell’acquisizione da oltre 300 milioni di Illimity da parte di Banca Ifis, chiusa a luglio. La semestrale del gruppo veneziano guidato da Frederik Geertman registra infatti solo 9,6 milioni di oneri non ricorrenti, legati quasi interamente all’opas.
Nel frattempo, Ifis ha completato il closing su Euclidea, da cui nascerà Furstenberg Sim, nuova piattaforma di private banking e wealth management.
Non tutte le banche hanno comunicato il dettaglio dei costi sostenuti. Unicredit, che a novembre ha tentato un’Ops su Banco Bpm, bloccato poi dal governo con lo strumento del golden power, non ha diffuso cifre complessive. La sua semestrale, però, mostra un aumento delle spese di comunicazione e marketing di 11 milioni e delle consulenze da 44 a 50 milioni. Un segnale che potrebbe essere legato alle inizaitive del risiko, anche se da parte dell'istituto bancario non ci sono state conferme ufficiali.
Anche chi ha dovuto respingere un'offerta ostile ha sostenuto costi elevati come Banco Bpm chetra novembre e luglio, ha fronteggiato la mossa di Unicredit e avviato altre operazioni straordinarie. La semestrale di Piazza Meda riporta oneri una tantum per 45,2 milioni, comprendenti: la difesa contro l’Ops ostile, l’acquisizione del controllo di Anima Holding tramite opa, progetti legati all’integrazione di precedenti aggregazioni, come Vera Vita.
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