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Banco BPM, ritiro OPS UniCredit: "Offerta inadeguata"; Orcel: "Scelta necessaria, ora focus su crescita organica in Italia"

Il Consiglio di Amministrazione di Banco BPM respinge le accuse di UniCredit: adesioni ferme allo 0,52%, offerta non conveniente, senza premio e con rischi strategici, Banco BPM punta a €2,15 mld di utile 2027, dividendi oltre €6 mld e piena libertà nel valutare nuove opportunità di crescita

24 Luglio 2025

Banco BPM: "Ritiro OPS conferma inadeguatezza dell’offerta, continueremo a creare valore per azionisti e stakeholder"

Banco BPM prende atto che nella giornata di ieri UniCredit ha annunciato il ritiro dell’offerta pubblica di scambio volontaria promossa in data 25 novembre 2024 sulle azioni ordinarie Banco BPM. Il gruppo guidato da Andrea Orcel ha deciso di ritirare l’offerta pubblica di scambio, parlando apertamente di uno stallo regolatorio e strategico: “Ci trovavamo impantanati e abbiamo deciso di liberarci di un peso per poter finalmente accelerare, soprattutto in Italia”, ha dichiarato l’AD, rivendicando la solidità della strategia di crescita autonoma. La risposta di Banco BPM non si è fatta attendere: nel respingere le accuse, la banca milanese punta il dito contro un’offerta “inadeguata e non conveniente”, ribadendo che l’insuccesso non è figlio di ostacoli gestionali, ma di condizioni economiche non eque per i propri azionisti. Di seguito, le parole ufficiali dei due contendenti.

Nel respingere quanto asserito da UniCredit in merito al comportamento del management di Banco BPM, si evidenzia che tali argomentazioni poco hanno a che fare con l’insuccesso dell’OPS”, partita il 28 aprile che, alla data di ieri, aveva raggiunto un livello di adesioni pari ad appena lo 0,52% delle azioni oggetto dell’OPS.

Al contrario, l’insuccesso dell’OPS è legato a un’offerta evidentemente inadeguata”, così come Banco BPM ha sostenuto sin dall’annuncio e, in particolare, nelle valutazioni espresse dal Consiglio di Amministrazione nel Comunicato dell’Emittente pubblicato in data 24 aprile 2025.

Come già evidenziato nel Comunicato: “L’OPS, non concordata, non riconosceva sostanzialmente alcun premio agli azionisti di Banco BPM: il premio alla data di annuncio era dello 0,5%, rispetto a un premio del 45% circa di altre precedenti offerte su banche italiane ritenute comparabili”.

La valorizzazione implicita nel corrispettivo dell’Offerta si posizionava significativamente al di sotto del range identificato” sulla base delle analisi condotte con il supporto degli advisor finanziari di Banco BPM.

L’OPS era quindi non conveniente e il corrispettivo non congruo per gli azionisti della Banca”, con un differenziale rispetto alla media del range sopra indicato pari, alla data di riferimento delle analisi, a circa €4,6 miliardi.

Inoltre, “a seguito dell’annuncio dell’OPS, il corrispettivo implicito dell’offerta è stato costantemente a sconto rispetto al prezzo delle azioni di Banco BPM”, oscillando tra il 5% e il 7% nell’ultimo mese, e risultando ancora a sconto dopo il ritiro.

Sulla base del corrispettivo offerto, agli azionisti di Banco BPM sarebbe spettato circa il 14% dell’utile 2027 dell’entità combinata, a fronte di un apporto dell’utile di Banco BPM pari al 18%”, generando uno svantaggio netto per i soci BPM stimabile in circa €-2,43 miliardi, contro un beneficio stimabile in circa €7,52 miliardi per quelli UniCredit.

L’OPS presentava significativi rischi ed elementi di incertezza derivanti dall’assenza di un piano industriale dettagliato da parte di UniCredit e dell’entità combinata”, mentre Banco BPM aveva già presentato un piano industriale solido e in esecuzione.

Banco BPM ha dimostrato di poter creare valore per i propri azionisti in maniera affidabile e continuativa”, attraverso un processo di derisking e riqualificazione dell’attivo, unito al rafforzamento delle fabbriche prodotto, generando un total shareholder return superiore al 1.000% da maggio 2020.

Il Gruppo “potrà ora concentrarsi sul perseguimento delle linee strategiche del piano industriale, con un impegno immutato a continuare a creare valore”, e ringrazia gli azionisti per aver confermato fiducia nella banca e nel suo management, scegliendo di “mantenere il proprio investimento nella Banca piuttosto che scambiarlo con le azioni UniCredit”.

Il nuovo assetto di Banco BPM permetterà di raggiungere un utile netto di €2,15 miliardi nel 2027, con un ROTE >21% e dividendi cumulati per oltre €6 miliardi”, mantenendo al tempo stesso un CET1 ratio ≥13%.

Infine, “con il ritiro dell’OPS e la fine dei vincoli della passivity rule, Banco BPM può ora vagliare attentamente tutte le opzioni strategiche ed opportunità di crescita che si presenteranno sul mercato”, nell’interesse degli azionisti e degli stakeholder.

Andrea Orcel (UniCredit): "Tagliate le perdite su Banco BPM, ora acceleriamo. Questa banca può generare oltre 11 miliardi di utili"

Non è stata una battaglia di otto mesi, ma otto mesi di congelamento. Abbiamo atteso la risoluzione del golden power, come sempre dichiarato. Ma a un certo punto abbiamo capito che i tempi erano troppo lunghi: ci trovavamo impantanati e abbiamo deciso di liberarci di un peso per poter finalmente accelerare, soprattutto in Italia”, ha dichiarato Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit, commentando il ritiro dell’OPS su Banco BPM. “Trenta giorni in più concessi dalla Consob non avrebbero cambiato nulla: i tempi del TAR e dell’Unione Europea sarebbero andati ben oltre. Così abbiamo scelto di 'cut our losses' e concentrarci su ciò che davvero conta per noi: la crescita interna”.

Orcel ha ribadito che l’Italia si sta dimostrando centrale nei risultati del gruppo: “In un solo trimestre UniCredit guadagna più di quanto Banco BPM faccia in quattro. E mentre loro rallentano, noi acceleriamo. Abbiamo dato 7,5 miliardi in più di erogazioni alle PMI e rivisto al rialzo tutte le previsioni. Questo dimostra il valore della nostra strategia”.

Guardando al futuro, il CEO ha tracciato una traiettoria ambiziosa: “Contiamo di chiudere il 2025 con 10,5 miliardi di utile netto e distribuire oltre 9,3 miliardi, di cui oltre 4,75 miliardi in dividendi. Ma il potenziale è anche superiore: questa banca può generare oltre 11 miliardi di utili”. Riguardo all’operazione Commerzbank, Orcel ha aggiunto: “Siamo il maggiore azionista e la posizione ci porterà circa 6,7 miliardi l’anno tra ricavi e utile netto. Non c’è nulla di ostile: vogliamo solo che la banca vada bene, perché si rifletterà positivamente su di noi”.

Infine, sulla futura direzione di UniCredit in Europa, Orcel ha ribadito: “Anche senza un’Unione Bancaria pienamente realizzata, continueremo a dimostrare che una banca paneuropea può crescere, battere le attese e distribuire valore. Siamo resilienti, molto redditizi e pronti a cogliere nuove opportunità”.

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