03 Novembre 2025
Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether
La società Tether, avente sede a El Salvador, emette la stablecoin più diffusa al Mondo, l'USDT, ancorata al dollaro. Dal 2023 ha registrato un utile in Crypto USDT di 35 miliardi. Si tratta di una valuta digitale che consente di comprare e vendere criptovalute senza passare dai canali bancari tradizionali, imposta come uno strumento rapido ed economico per trasferire denaro a livello globale, agevolando sia le rimesse sia, secondo i critici, il riciclaggio. Con oltre 183 miliardi di dollari in circolazione, l’USDT è diventato uno degli strumenti più utilizzati per i trasferimenti globali di denaro, tra rimesse, trading e – secondo i critici – attività di riciclaggio. L'azienda fa investimenti anche in Podcast e oro (mettendoci 3,4 miliardi) e detiene l'11,3% di Juventus.
Tether sostiene che ogni token sia garantito da riserve liquide e sicure, di cui circa due terzi investiti in titoli di Stato americani, al punto da essere, per volumi, il 17° detentore mondiale di Treasury. Il resto delle riserve comprende 9 miliardi di dollari in oro e Bitcoin, oltre a ulteriori investimenti finanziari.
Di fatto, la società opera come un fondo d’investimento che trattiene i rendimenti invece di distribuirli agli utenti, generando una redditività senza precedenti: 7 miliardi di dollari di utile nel 2023, 13 miliardi nel 2024 e una previsione di 15 miliardi per il 2025. In tre anni, 35 miliardi di profitti, il doppio rispetto a colossi come BlackRock, con una produttività stimata in quasi 100 milioni di dollari per dipendente.
Nonostante le dimensioni, Tether non ha mai sottoposto i propri bilanci a una revisione indipendente completa, limitandosi a verifiche parziali da parte di BDO Italia.
La redditività del gruppo ha attirato l’interesse di investitori istituzionali come SoftBank e Ark Invest, che starebbero valutando l’acquisto del 3% per 20 miliardi di dollari, pari a una valutazione complessiva di 500 miliardi.
Attraverso Tether Ventures, la società ha inoltre costruito un portafoglio diversificato da oltre 4,3 miliardi di dollari distribuiti in 28 società, tra cui una quota dell’11,5% nella Juventus (secondo azionista dopo Exor), oltre a partecipazioni in Bitdeer, Crystal e Twenty One.
Sono stati inoltre destinati 775 milioni di dollari alla piattaforma Rumble e il 30% della holding italiana Be Water (Chora e Will Media).
Parallelamente, Tether ha rafforzato la propria esposizione ai beni reali con 80 tonnellate d’oro per circa 8 miliardi di dollari, investimenti in società minerarie canadesi (Elemental Altus, Gold Royalty Corp, Metalla Royalty) e partecipazioni in Adecoagro (zucchero ed etanolo), oltre a progetti tecnologici su satelliti e interfacce neurali.
Secondo l’amministratore delegato Paolo Ardoino, Tether reinveste circa il 90% degli utili in progetti coerenti con la visione economica e politica del gruppo, con l’obiettivo di consolidare la propria influenza globale. Tra le opzioni allo studio figurano anche donazioni a candidati politici statunitensi, mentre negli Stati Uniti il nuovo Genius Act apre il mercato delle stablecoin a banche e fintech.
In Europa, dove Tether non opera per assenza dei requisiti di custodia, potrebbero emergere nuovi concorrenti con modelli di condivisione dei rendimenti. Ma la diversificazione del gruppo resta la chiave per mantenerne il primato: Tether, con la sua redditività e struttura ibrida tra finanza tradizionale e digitale, si conferma la società più profittevole al mondo.
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