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Skipass, fino a 2mila€ per una stagione, 86€ per il giornaliero, + 5,8% rispetto a 2024 , +38% in 4 anni: +8,3% in Lombardia, +3,6% in Alto Adige

Per l’inverno 2025/2026, i  dati dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano di Jfc parlano di spese totali più alte del 5,8% rispetto alla scorsa stagione

03 Novembre 2025

Skipass, fino a 2mila€ per una stagione, 86€ per il giornaliero, + 5,8% rispetto a 2024 , +38% in 4 anni: +8,3% in Lombardia, +3,6% in Alto Adige

Sci (fonte foto Pixabay)

L’aumento dei prezzi nelle località sciistiche ha raggiunto numeri esorbitanti. Secondo unreport di Assoutenti, per gli abbonamenti stagionali si parte da un aumento del 5,8% rispetto al 2024. +1% a Livigno, fino al 3,8 % nella Valle d’Aosta, per una spesa che balla ormai tra i 965 e i 1778 euro . Stesso discorso anche per gli ingressi giornalieri, che hanno raggiunto gli 86 euro, con un aumento del +38% rispetto alla stagione 2021/2022.

Skipass, fino a 2mila€ per una stagione, 86€ per il giornaliero, + 5,8% rispetto a 2024 , +38% in 4 anni: +8,3% in Lombardia, +3,6% in Alto Adige

A Livigno, il prezzo passa dai 52 euro del 2021 ai 72 euro attuali, con un aumento del 38,5%.

Ovviamente lo skipass non rappresenta che la punta dell’iceberg: i prezzi sono lievitati anche per quel che riguarda strutture ricettive e ristoranti. Secondo un’analisi Istat, per gli alberghi i prezzi hanno subito in 4 anni incrementi medi tra il 26% registrato in Valle d’Aosta e il 36% in Alto Adige, mentre i servizi legati alla ristorazione hanno visto aumenti tra il +5,7 % in Valle d’Aosta e il 26% nelle province di Bolzano e Belluno.

Per l’inverno 2025/2026, i  dati dell’Osservatorio Italiano del Turismo Montano di Jfc parlano di spese totali più alte del 5,8% rispetto alla scorsa stagione.

Il settore che riporta un maggiore aumento è proprio quello alberghiero, mentre l’aumento dei prezzi risulta nuovamente rallentato per quel che riguarda scuole sciistiche, impianti di risalita, bar e ristoranti.

I nuovi rincari non trovano giustificazioni nell’inflazione né nell’aumento delle spese energetiche che, per i gestori degli impianti sono tornate alla normalità, ma allontanano ogni anno fino al milione di italiani che ormai ripiegano su alternative più economiche per tutta la famiglia.

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