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Mediobanca, risultati trimestrali TFA in crescita a €116 mld e utile netto stabile a €322 mln; masse per 116 miliardi e raccolta netta di 2,5 miliardi

Il Private Banking ha evidenziato una solida dinamica commerciale, con oltre €130 milioni di raccolta nei private markets e un rafforzamento dell’offerta di gestioni patrimoniali su misura

05 Novembre 2025

Mediobanca, risultati trimestrali TFA in crescita a €116 mld e utile netto stabile a €322 mln; masse per 116 miliardi e raccolta netta di 2,5 miliardi

Mediobanca, i risultati trimestrali sono positivi con il TFA in crescita a €116 mld e l'utile netto stabile a €322 mln. Si registrano anche masse gestite per 116 miliardi e raccolta netta di 2,5 miliardi. Il Consiglio di Amministrazione di Mediobanca, presieduto da Vittorio Umberto Grilli, ha approvato in data 5 Novembre 2025 i risultati individuali e consolidati al 30 settembre di Mediobanca illustrati dall’Amministratore Delegato Alessandro Melzi d'Eril

Risultati consolidati

L’utile netto consolidato di pertinenza del periodo, prima dei costi legati alle OPS di BPMS e su BG, si attesta a 321,7 milioni, sostanzialmente in linea con lo scorso anno (-2,5%). Il ROTE adj1 si colloca al 12,8%. L’utile netto consolidato contabile è pari 291,2 milioni dopo aver recepito costi straordinari legati alle OPS per 45,3 milioni (30,5 milioni su base netta) per spese dirette/consulenze finanziarie e legali connesse all’operazione BMPS e Banca Generali nonché all’impatto a conto economico della chiusura anticipata dei piani di LTI.

I ricavi del trimestre risultano pari a 867,6 milioni e sono stabili, rispetto allo scorso esercizio, beneficiando della diversificazione delle attività e delle fonti di reddito (WM -1,8% a 224,3 milioni, CIB -6% a 171,2 milioni, CF +6,9% a 335,3 milioni, INS +12,7% a 129,6 milioni). Il margine di interesse si dimostra resiliente (478,5 milioni; -1,3%) alla riduzione dei tassi di mercato, le commissioni nette sono pressoché invariate a 232,3 milioni, mentre cresce il contributo di Assicurazioni Generali (da 105,4 a 128,7 milioni). Il risultato operativo è pari a 417,1 milioni (-2,6%) con un rapporto costi/ ricavi che si mantiene contenuto al 43,9% e un costo del rischio stabile a 51bps.

Rispetto all’ultimo trimestre si registra un calo dei ricavi (-8,9%) che sconta un minor contributo di Assicurazioni Generali (-20,3%) e dell’attività di trading (da 40,9 a 27,2 milioni) nonché un calo delle commissioni (-8,7%), collegato anche alla stagionalità estiva, elementi in parte compensati dalla minor componente variabile del costo del personale.

Con riferimento all’andamento commerciale del primo trimestre si osserva quanto segue:

  • per il WM le TFA salgono a 115,9 miliardi, ovvero del 12,4% a/a (+3,4% t/t), trainate dalla raccolta netta (NNM) del trimestre di 2,5 miliardi, pressoché in linea con lo scorso esercizio (2,6 miliardi). Gli AUM/AUA raggiungono 84,8 miliardi (+13,1% a/a, +3,8% t/t), i depositi crescono a 31,1 miliardi (+10,5% a/a,+2,4% t/t). La crescita beneficia dell’entrata di circa 0,4 miliardi da liquidity events e di un asset mix rappresentato per oltre l’80% da AUM. Si segnala nel trimestre l’uscita di taluni bankers di MB Private, mentre prosegue, seppur in rallentamento, il recruitment di MB Premier;
  • per il Credito al Consumo i crediti erogati superano i 2,3 miliardi (+11,7% a/a, -1,8%t/t), con circa il 75% dei prestiti personali derivante da produzione diretta, e il mantenimento del livello degli spread applicati agli impieghi;
  • per l’Investment Banking, seppur con un ultimo trimestre inferiore ai precedenti, si registra un’attività robusta nell’Advisory, mentre l’operatività di Markets e Lending risente della riduzione degli spread creditizi e debolezza dei volumi, influenzata anche da una prudente gestione degli attivi;
  • le attività ponderate per il rischio (RWA) si riducono a 45,2 miliardi (-4,5% a/a e -1,9% t/t), per gli effetti positivi derivanti dall’applicazione di Basilea 4 a partire da gennaio 2025 (riduzione di RWA nell’ordine di 1,7 miliardi) e all’introduzione dei nuovi modelli PD nel segmento corporate (1,7 miliardi di risparmio) nell’ultimo trimestre

Guardando al dettaglio del conto economico si osserva quanto segue:

il margine di interesse è pari a 478,5 milioni, livello pressoché in linea con lo scorso anno (485 milioni, -1,3% a/a, -3,4% t/t). Il calo dei tassi di mercato che ha impattato sul rendimento degli attivi, è stato in parte bilanciato dalla discesa del costo della raccolta, (influenzato da politiche promozionali e di retention e sviluppo della clientela HWNI in un contesto di mercato molto competitivo) e per la restante parte dalla crescita dei crediti di oltre 2,5 miliardi e del saldo netto di tesoreria. L’ultimo trimestre sconta anche un rallentamento dei volumi creditizi corporate, in ripresa solo sul finire del trimestre. Il margine d’interesse del credito al consumo prosegue nel percorso di crescita (296,6 milioni, +7,8% a/a; +2,5% t/t) grazie a maggiori volumi (circa +700 milioni a/a) e alla tenuta della reddittività; quello del CIB cresce da 76,6 a 84,4 milioni (+10,2% a/a; -10,7% t/t) per i maggiori attivi fruttiferi del business Markets mentre il margine di interesse del Wealth Management cala da 101,9 a 93,8 milioni (-7,9% a/a; -6,1% t/t), riflettendo la flessione della redditività degli impieghi e le dinamiche del costo della raccolta (costo dei depositi -40bps a/a e -10bps t/t a 1,54%). Il margine d’interesse della Tesoreria (HF) chiude sostanzialmente in pareggio verso un risultato positivo di 27,6 milioni dell’anno precedente scontando l’effetto della discesa dei tassi di mercato sugli attivi, in un contesto di ampia liquidità e di duration contenuta dei titoli del banking book;

le commissioni e gli altri proventi netti sono pari a 232,3 milioni (stabili a/a, in calo dell’8,7% t/t). A livello di business lines il Wealth Management cresce da 124,4 a 127,7 milioni (+2,7% a/a -10,2 t/t), trainato dalle management fees (90,1 milioni quelle riferite alle reti distributive, +16,9% a/a, +7,9% t/t; 18,3 milioni quelle riferite all’asset management, +24,9% a/a, -3% t/t) e dalle banking fees (28,4 milioni, +15,1% a/a +10,8% t/t), mentre sono il calo le upfront (14,7 milioni, -5 milioni a/a; -21 milioni t/t) penalizzate, in particolare nel segmento Private, da minori opportunità di mercato e dalla stagionalità estiva nel confronto con il trimestre precedente. Le commissioni del CIB flettono lievemente (da 77,9 a 75,7 milioni +2,8% a/a e -12,3% t/t) con una solida componente di Advisory (59,2 milioni, +11,8% a/a e resiliente t/t);

i proventi da tesoreria si attestano a 27,2 milioni in calo rispetto allo scorso anno (39,2 milioni, -30,6%) e all’ultimo trimestre (40,9 milioni, -33,5%) per la minore operatività in certificates ed arbitraggi con clientela istituzionale penalizzata dalla compressione degli spread e minore volatilità di mercato. Per contro il contributo della Tesoreria si incrementa a 6,3 milioni; l’apporto alle società contabilizzate con l’equity method di Assicurazioni Generali è pari a 128,7 milioni in crescita rispetto allo scorso anno (+22,2%, da 105,4 milioni) ma in calo sul trimestre precedente (-32,8 milioni; -20,3%). Gli altri investimenti IAS28 concorrono per 0,9 milioni (3,8 milioni a settembre 2024).

I costi di struttura salgono da 370,2 a 381,3 milioni (+3% a/a , -12,1% t/t). Il costo del lavoro rimane stabile (a 200,1 milioni) in quanto la crescita della remunerazione fissa (+6% a/a) e dell’incremento di organico (+60 persone a 5.551) è stata compensata da minori accantonamenti di componenti variabili legati alla dinamica dei ricavi. Di contro le spese amministrative aumentano (+6,5%, da 170,1 a 181,2 milioni) principalmente per effetti dell’investimento in tecnologia (+15% a/a) e ai costi per l’apertura di nuove filiali e sedi (+6% a/a in particolare per l’espansione della rete WM). I costi amministrativi evidenziano, di contro, un importante calo trimestrale (-12,5%), per effetto della consueta stagionalità, cui si sono aggiunti un rallentamento generalizzato della progettualità (da 12 a 6 milioni circa a/a) e la sospensione di iniziative non prioritarie relative alle società minori. Il C/I si attesta al 43,9% (42,8% 12 mesi fa; 45,6% nel quarto trimestre dello scorso esercizio).
A livello di singole Business Line: i costi del Wealth Management si attestano a 159,4 milioni (+5,4% a/a e -4,3% t/t); quelli CIB calano da 90,8 a 87,9 milioni -3,2% a/a, -20,9% t/t), quelli del Consumer a 98,4 milioni (+5,5% a/a -7,7 t/t); mentre quelli delle Holding Functions si attestano a 36 milioni (+2,9% a/a, -24,7% t/t) con un contributo delle strutture centrali pari al 6,5% del totale dei costi consolidati (6,7% lo scorso anno).

Le rettifiche su crediti sono pari a 69,2 milioni in crescita rispetto al precedente esercizio (+3% a/a; +2 milioni a/a) e rispetto al trimestre precedente (47,2 milioni, +46,6%; +22 milioni), crescita quest’ultima dovuta principalmente alla contabilizzazione del quarto trimestre dell’esercizio precedente di riprese di valore straordinarie sui mutui ipotecari per 14,4 milioni. Le rettifiche su crediti si concentrano nel Consumer (71,7 milioni; +3,5 milioni a/a e +3,6 milioni t/t;). Il costo del rischio consolidato si attesta a 51bps (stabile a/a; + 5 bps t/t escludendo gli effetti straordinari sui portafogli mutui ipotecari) e quello Consumer a 177bps (-2bps a/a e +6bps t/t). L’apporto delle altre linee di business è pressoché azzerato, con lievi rettifiche nel Corporate and Investment Banking (-0,6 milioni) più che assorbite dalle riprese nette di Wealth Management (+0,2 milioni) e Holding Functions (+2,9 milioni relativi al portafoglio in run off del Leasing). Lo stock di overlay si attesta a 177 milioni, dopo utilizzi per 12,6 milioni (rispetto a 6,3 milioni nel primo trimestre dell’esercizio precedente e di circa 1 milione nel precedente trimestre), quasi integralmente riferibili al Consumer. Il contributo del mark to market dei fondi di investimento e dei titoli del banking book si attesta a circa 2 milioni (12,4 milioni lo scorso anno) mentre gli altri utili e perdite si attestano a 0,9 milioni tra sopravvenienze passive ed accantonamenti (14,1 milioni) e proventi straordinari (15 milioni). Le quote di competenza dei partners di Arma pari a 7 milioni rientrano nel risultato di pertinenza di terzi (6,5 milioni nel primo trimestre dell’esercizio precedente e 20,7 milioni nel trimestre precedente). Nel trimestre sono stati contabilizzati oneri straordinari per 45,3 milioni (30,5 milioni al netto delle imposte) relativi da un lato alla consuntivazione delle spese dirette sostenuti per l’attività inerenti all’OPS BMPS stessa e di quella lanciata per l’acquisto di Banca Generali (tenuto conto che quasi tutti i mandati prevedevano la gestione congiunta di entrambe le operazioni) e, dall’altro, i costi emergenti dal cambio di controllo connessi alla consuntivazione dei piani di pagamento in azioni MB nonché all’estensione dell’assicurazione sulla responsabilità degli amministratori.

In merito alla chiusura anticipata dei piani di Performance Share si precisa che a seguito della comunicazione dei risultati definitivi dell'Offerta Pubblica di Scambio di Banca Monte dei Paschi di Siena (11 settembre 2025) che ha sancito il controllo da parte della stessa su Mediobanca (change of control) sono diventate efficaci le modifiche al Piano di incentivazione di lungo termine 2023-2026 e ai Piani di performance shares, come approvate dal Consiglio di Amministrazione di Mediobanca nella seduta del 26 giugno 2025. Conseguentemente tutti i piani sono stati chiusi anticipatamente e 6.122.932 azioni sono state convertite in un importo in denaro pari a 122 milioni corrispondente ad un valore dell’azione Mediobanca pari media del valore dell’azione Mediobanca calcolato durante il periodo di adesione all’Offerta BMPS (€ 19,9216). 5 Specularmente Mediobanca si libera dall’impegno di consegnare ai dipendenti 6,1 milioni di azioni già presenti nel bilancio della Banca tra le azioni proprie.

Prevedibile andamento della gestione Lo scenario dei prossimi trimestri è sostanzialmente invariato - crescita dell’Eurozona inferiore all’1% fino a fine 2026, inflazione in area 2% e tassi a breve di mercato intorno al 2% - con elementi di incertezza legati all’evoluzione delle crisi geo-politiche, alla frammentazione degli scambi internazionali e alla tenuta dei mercati. In questo contesto Mediobanca conferma un risultato ricorrente sui livelli del trimestre appena concluso, con una crescita dei ricavi high single digit rispetto al trimestre precedente. Il costo del rischio non presenta elementi inattesi confermandosi nella forchetta 50-55bps. Nel trimestre si attende, oltre alla conferma della performance Consumer, un miglioramento del flusso commissionale di CIB (per l’intensificarsi dei closing a fine anno) e WM (per la crescente offerta di collocamenti), pur con una raccolta netta (NNM) solida ma inferiore al precedente trimestre. E’ atteso il cambio di esercizio sociale con chiusura al 31 dicembre, con adeguamenti alle politiche contabili della Capogruppo BMPS.

Nominati i comitati endoconsiliari

Il Consiglio di Amministrazione ha altresì provveduto a nominare i seguenti comitati endoconsiliari, tutti costituiti da consiglieri indipendenti sulla base delle dichiarazioni da essi rilasciate (fatta eccezione per il dr. Alessandro Melzi d’Eril quale Presidente del Comitato ex art. 18, comma 4 dello Statuto): Comitato Rischi e Sostenibilità, composto da Sandro Panizza (Presidente), Ines Gandini, Massimo Lapucci, Giuseppe Matteo Masoni e Tiziana Togna; Comitato Parti Correlate, composto da Tiziana Togna (Presidente), Ines Gandini e Sandro Panizza; 

Comitato Nomine, composto da Paolo Gallo (Presidente), Massimo Lapucci e Federica Minozzi; Comitato Remunerazioni, composto da Andrea Zappia (Presidente), Paolo Gallo e Federica Minozzi; Comitato ex art. 18, comma 4, dello Statuto, composto da Alessandro Melzi d’Eril (Presidente), Massimo Lapucci, Federica Minozzi, Sandro Panizza e Tiziana Togna.

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