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Gota (Assogestioni e Intesa Sanpaolo): "Il 30% dei fondi pensione è su comparti azionari e anche i giovani hanno quote azionarie basse"

La presidente di Assogestioni e Chief of Asset managment division di Intesa Sanpaolo è stata intervistata da Il Giornale d'Italia in occasione del forum annuale Private Banking

05 Novembre 2025

Maria Luisa Gota, presidente di Assogestioni e Chief of Asset managment division di Intesa Sanpaolo è stata intervistata da Il Giornale d'Italia in occasione del forum annuale Private Banking, quest'anno con il titolo 'Savings & Investments Union'.

Siamo all'evento Private Banking, oggi ha fatto un intervento sul palco per parlare del mercato della previdenza complementare, me ne può parlare?

Il cuore del mio intervento è stato sul tema della previdenza complementare perché è un tema molto importante per i cittadini italiani e quindi particolare per tutti i clienti del nostro mondo delle reti distributive. Abbiamo due fenomeni demografici che sono particolarmente rilevanti: da un lato il calo della natalità e dall'altro l'allungamento dell'aspettativa di vita delle persone. L'insieme di questi due fenomeni porterà necessariamente, in un futuro, a una maggiore vulnerabilità dei sistemi previdenziali pubblici e questo significa spostare la responsabilità di pensare alla propria pensione sulle persone. Perché è stato importante parlarne qua? Perché in platea c'erano i principali rappresentati delle reti distributive di private banking ed è importante, proprio per chi ha il dialogo diretto con i clienti, far emergere questa consapevolezza e contribuire a creare quella pianificazione di lungo termine che è necessaria proprio per provvedere a questo bisogno.

Quali sono, secondo lei, le mosse che dovrebbe fare l'Italia per questo mercato?

Le proposte che ha fatto Assogestioni, già da alcuni anni, sono state portate all'attenzione dei principali stakeholder istituzionali e sono state anche apprezzate, per cui ci auguriamo di vederle implementate quanto prima. Sono essenzialmente tre: c'è una proposta di iscrizione automatica dei nuovi lavoratori al comparto del fondo pensione di categoria, perché qui stiamo parlando di secondo pilastro, quindi della previdenza complementare che è oggetto anche di contrattazione nell'ambito dei contratti collettivi di lavoro. L'iscrizione automatica deve essere poi accompagnata dall'opzione di uscita successiva. È un meccanismo che riteniamo sia più efficiente di quello che c'è oggi in vigore. Oggi, infatti, c'è un semestre di riflessione e poi un'adesione tacita che va su un comparto garantito. Riteniamo che questo non sia ottimale, quindi l'idea è: iscriviamo automaticamente, conferendo il TFR, il contributo del datore di lavoro, e l'atterraggio di questi contributi va su un comparto lifecycle, che significa un comparto di carattere prevalentemente azionario per i lavoratori più giovani, che sono quelli che normalmente entrano nel mondo del lavoro. Oggi non è così. Oggi mediamente il 30% dei fondi pensione è su comparti azionari e anche i giovani hanno quote azionarie basse, di poche decine di punti percentuali. E questo, diciamo, è subottimale rispetto all'orizzonte che hanno davanti e ai rendimenti che potrebbero ottenere su quell'orizzonte investendo in un asset class azionaria. La terza proposta riguarda invece la flessibilità in uscita. Oggi c'è una centralità della rendita assicurativa. Vediamo che nell'agito degli aderenti tutto ciò che può essere prelevato in forma di capitale viene prelevato perché la rendita assicurativa da quell'idea di irreversibilità. Una volta che l'importo passa all'assicuratore effettivamente poi lì rimane. E quindi pensiamo che affiancare una seconda opzione di rendita più di tipo finanziaria, cioè un decumulo finanziario possa essere utile per permettere alle persone, incentivare, invogliare le persone a mantenere le somme in gestione piuttosto che prelevare sotto forma di capitale.

E invece se dobbiamo guardare al mercato degli asset management riesce a farmi un overview?

Il mercato quest'anno sta andando bene, Le masse in gestione hanno superato i 2500 miliardi. Abbiamo dall'inizio dell'anno una raccolta netta positiva. Osserviamo ancora un fenomeno che già caratterizzava lo scorso anno, e cioè la raccolta netta, positiva e concentrata principalmente sui fondi obbligazionari. E ancora diciamo sono in sofferenza i fondi bilanciati, anche i fondi azionari quindi c'è una ripresa e una ripresa ancora diciamo a due velocità per le diverse le diverse categorie di fondi.

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