07 Gennaio 2025
Poco prima delle festività natalizie, la banca di Piazza Gae Aulenti ha attivato un ampio pacchetto di derivati per consolidare la sua partecipazione, portandola al 28%. Di questa, solo il 9,5% è rappresentato da azioni dirette, mentre il resto, pari al 18,5%, è stato acquisito tramite total return swap.
In un total return swap, Unicredit si affida a un intermediario che possiede già le azioni o che le compra sul mercato o in dark pools, da investitori istituzionali. In sostanza, la banca ha acquisito una quota significativa di Commerzbank senza un controllo diretto delle azioni, ma ha coinvolto Citi per mitigare i rischi di mercato. Citi, infatti, detiene già il 5,1% dei diritti di voto dell'istituto tedesco.
Unicredit ha adottato una strategia simile anche con Jefferies per i derivati attivati in autunno attraverso Barclays e Bank of America. Questa tattica permette a Orcel di guadagnare influenza senza esporsi troppo, mettendo la banca in una posizione forte mentre attende il via libera della BCE per un incremento della partecipazione al 29,9%, previsto entro marzo.
Il percorso per ottenere l'approvazione non è scontato. La direttiva Crd IV del 2013 stabilisce delle condizioni precise: la Banca Centrale valuta l'affidabilità e la competenza della banca acquirente, la sua solidità finanziaria e richiede la presentazione di un piano industriale che dimostri come l'operazione beneficerà entrambe le banche senza creare squilibri.
Nel frattempo, il processo autorizzativo per l'acquisizione di Commerzbank procede parallelamente all'offerta pubblica di scambio su Banco BPM, destinata a essere esaminata dalla BCE tra gennaio e febbraio. Se tutto va secondo i piani, Unicredit controllerà il 29,9% di Commerzbank, una quota sufficiente per esercitare un controllo effettivo, influenzare le assemblee straordinarie e bloccare operazioni indesiderate.
Con solidi legami in Germania e in Italia, Orcel sta tessendo una strategia che potrebbe cambiare radicalmente il panorama bancario europeo. Resta da vedere se la BCE darà il suo ok, ma una cosa è certa: Unicredit è vicina a diventare un protagonista fondamentale nel gioco dei poteri finanziari tra Italia e Germania.
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