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Impegno UE: basta petrolio dalla Russia. Eppure aumenta del 6% il flusso attraverso i rami meridionali dell'oleodotto Druzhba

La fornitura russa di greggio dagli Urali all'Unione europea attraverso la condotta meridionale dell'oleodotto Druzhba è destinata ad aumentare da 3 milioni di barili al giorno a 6 milioni nei prossimi tre mesi.

20 Marzo 2023

Aumentano le forniture di petrolio dalla Russia all'Europa attraverso i rami meridionali dell'oleodotto Druzhba

fonte: Водник, wikipedia in lingua russa

L'oleodotto Druzhba, ossia "dell'Amicizia", nonostante l'impegno dell'Unione Europea per porre fine all'importazione di petrolio dalla Russia deliberato il 5 dicembre 2022, è rimasto tutt'oggi esente dalle sanzioni imposte a Mosca e, anzi, vedrà aumentare la sua fornitura verso l'Europa del 6% rispetto ai tre mesi precedenti, come calcolato da Reuters e riportato dal NASDAQ. 

Seppur questa conduttura, la più lunga del mondo con oltre 4000km di tubazioni, goda dell'esenzione ufficiale dal regime sanzionatorio, questo non significa che sia esente da problemi. I rami settentrionali infatti sono "rimasti a secco" in seguito all'interruzione delle forniture verso la Polonia - imposta a Febbraio, per decisione della Russia - e verso la Germania - decisa il primo Gennaio dal governo di Berlino. Diverso è invece per la parte meridionale della rete dei tubi Druzhba che, da Almetyevsk nel Tatarstan, oltre gli Urali, giunge in Europa - peraltro passando per l'Ucraina tormentata dalla guerra - e porterà nel prossimo trimestre più greggio alle raffinerie di Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia.

Il flusso del Druzhba a questi tre paesi aumenterà di circa 3,1 milioni di tonnellate nei prossimi tre mesi, rispetto al precedente ammontare importato che era già di 3 milioni di tonnellate, e altri flussi giungeranno ai governi di Praga, Budapest e Bratislava dall'oleodotto Adria che connette il porto di Omisalj in Croazia all'Ungheria. Altra linea di fornitura è rappresentata anche dal TAL, la condotta transalpina che connette Trieste - dove giungono numerose petroliere - alle raffinerie ceche.

Rispetto al periodo da Marzo a Settembre 2022, gli ultimi sei mesi hanno visto una diminuzione della quantità pompata dalla Russia lungo la sezione meridionale del Druzhba, secondo una fonte industriale intervistata da Reuters "la quantità media di petrolio esportata lungo la tratta meridionale tra Marzo e Settembre 2022 era poco inferiore ai 300.000 barili al giorno, diminuiti a circa 250.000 da Ottobre 2022 a Marzo 2023".

In Ungheria e Slovacchia il principale acquirente del greggio degli Urali è la compagnia ungherese MOL. Invece, in Repubblica Ceca, l'unico compratore è Unipetrol, impresa controllata dell'azienda polacca PKN Orlen. In merito all'aumento del flusso, né il Ministro dell'energia russo, né MOL né Transnef - la società che possiede il monopolio dell'oleodotto - hanno commentato il fatto. 

Diverso è per Orlen Unipetrol, che ha dichiarato "la Repubblica Ceca gode di un'esenzione negoziata sul petrolio proveniente dal Druzhba, che è valida fintantoché non sarà convenuta una soluzione alternativa." Il rappresentante di Unipetrol ha poi dichiarato che l'azienda possiede "forniture di petrolio sufficienti assicurate per le raffinerie di Litvino e Kralupy nad Vltavou", provenienti da "varie regioni".

Polonia e Germania hanno contattato l'azienda Transneft per accordarsi sul passaggio attraverso l'oleodotto di greggio proveniente da Kazakistan, nel tentativo di limitare i fondi che darebbero al Cremlino. Il petrolio kazako ha iniziato a scorrere, già da fine febbraio, verso la Polonia, per poi giungere anche in Germania. Il Kazakistan ritiene di poter inviare ai tedeschi fino a 20.000 tonnellate di greggio nel mese di Marzo.

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