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Meta, pm di Milano indaga su una presunta evasione di 870 mln per omesso versamento dell’Iva

L’Iva non pagata tra il 2015 il 2021 è riconducibile alle iscrizioni sulle piattaforme del gruppo Usa: le informazioni degli utenti hanno valore commerciale e devono essere tassate

22 Febbraio 2023

Meta, pm di Milano indaga su una presunta evasione di 870 mln per omesso versamento dell’Iva

Ahi Meta. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per omesso versamento dell’Iva da parte del gruppo statunitense per circa 870 milioni di euro. A formalizzare la cifra sono stati gli accertamenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, sulla base dei calcoli sulla presunta mancata presentazione della dichiarazione dell'imposta sul valore aggiunto da parte del colosso del digitale per gli anni che vanno dal 2015 al 2021.

Meta avrebbe dovuto pagare solo in Italia 200 mln, 900 a livello europeo

L’Iva non pagata è riconducibile alle iscrizioni sulle piattaforme come Facebook, Instagram e WhatsApp. L’iscrizione è gratuita ma le piattaforme entrano in possesso di dati degli utenti potendone così effettuare la profilazione anche a fini commerciali. Queste informazioni hanno dunque un valore effettivo che andrebbe tassato. L’indagine fa perno su questo principio e, come si intuisce, ha implicazioni potenzialmente enormi per tutte le società del settore. In base a questo principio le autorità italiani hanno stabilito che Meta avrebbe dovuto pagare solo in Italia 220 milioni di euro, a livello europeo ci si avvicina ai 900 milioni. I pm della Procura europea Giordano Baggio, Sergio Spadaro e il vice procuratore europeo Danilo Ceccarelli hanno avviato una istruttoria amministrativa e si sono spogliati della competenza del caso che ora è stato assegnato a Giovanni Polizzi che fa parte dei sostituti del secondo dipartimento guidato da Tiziana Siciliano.

Lo scorso gennaio Meta era stata sanzionata di 4 milioni di euro da San Marino

Meta e sanzioni in Italia. Lo scorso gennaio, dalla piccola San Marino, era arrivata una multa di 4 milioni di euro a Facebook. La multa era stata stabilita dall’Autorità per la protezione dei dati personali della Repubblica di San Marino, per la diffusione, ritenuta indebita, dei dati personali di circa 12.700 sammarinesi nel 2019. Meta aveva fatto ricorso al Tribunale e poi alla Corte d'Appello di San Marino confidando nell'annullamento del provvedimento del Garante per la privacy del Titano, ma il ricorso è stato giudicato inammissibile dalla la sentenza numero 3 del 25 gennaio 2023 del Giudice di Appello di San Marino. La sanzione, dunque, è diventata esecutiva.

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