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Generali, lo scontro Mediobanca-Caltagirone rischia di finire in tribunale

Dalla guerra dei numeri a quella delle carte bollate: il cda chiede alla Consob di indagare su alcune affermazioni di Caltagirone e Cirinà, e si rivolge alle autorità civili e penali chiedendo di far luce su eventuali illeciti. Intanto con la record date di giovedì scorso è entrata nelle fasi finali la caccia a ogni singolo voto in vista dell’assemblea del 29 aprile

16 Aprile 2022

Generali, al via ammissione al regime di Adempimento Collaborativo 

Generali

La battaglia per il controllo del gruppo Generali si fa più aspra quanto più ci si avvicina alla data del 29 aprile, giorno in cui si conoscerà la composizione del nuovo consiglio di amministrazione della compagnia.

La battaglia all’orizzonte è giunta alle fasi finali. Giovedì c’è stata la “record date” cioè si è chiusa la possibilità di acquistare azioni della compagnia, in vista dell’assemblea. Le preferenze potranno quindi iniziare a essere recapitate al “rappresentante designato” per il voto del 29 aprile. È iniziata quindi la caccia ad accaparrarsi l’appoggio di ogni singolo investitore,  che si riflette anche nell’avvio della campagna pubblicitaria di entrambe le liste (quella proposta dall’attuale cda e quella di Francesco Gaetano Caltagirone) veicolata su numerosi media nazionali. Tutti guardano con estremo interesse a come si posizioneranno i Benetton, famiglia che viene tirata per la giacca da ambo le parti avendo una partecipazione significativa (3,96%) in Generali, ma che in questo momento è impegnata in una partita per loro ben più delicata: quella per il controllo di Atlantia.

L’esposto urgente alla Consob

Ed è in questo scenario che si è aperto un nuovo capitolo nella guerra tra l’attuale board (appoggiato dal principale azionista, Mediobanca) e la cordata guidata da Caltagirone (azionista con il 9,49%). Giovedì il cda della compagnia ha depositato alla Consob un esposto urgente in cui si chiede di indagare su “dichiarazioni infondate e diffamatorie riportate in un’intervista al dott. Luciano Cirinà (candidato ceo per la lista di Caltagirone ed ex top manager della compagnia, ndr) pubblicata sul quotidiano La Stampa e su altri quotidiani il 13 aprile 2022, che seguono quelle altrettanto gravi rilasciate dall’ing. Francesco Gaetano Caltagirone al Sole 24 Ore il 25 marzo scorso”.

Nel comunicato di Generali non si specifica quali siano le precise affermazioni su cui si basa l’esposto. Ma secondo molti osservatori i passaggi sotto la lente sarebbero in particolare quelli in cui si mette in dubbio che la lista presentata dal cda della compagnia (la cosiddetta “lista del management”), appoggiata da Mediobanca, non sia indipendente ma diretta emanazione di quest’ultima.

Per quanto riguarda Cirinà, ad esempio, nell’intervista a La Stampa del 13 aprile, l’ex manager del Leone rispondeva così a una domanda sul perché i proxy advisor avessero consigliato ai fondi di votare per la lista del ceo Philippe Donnet: “hanno creduto di aver davanti la lista del consiglio, ma hanno preso una gigantesca cantonata: quella è la lista di Mediobanca. Si sono bevuti l’altra versione”.

Per quanto riguarda Caltagirone, gli occhi sarebbero invece puntati su due passaggi in particolare dell’intervista al Sole 24 Ore. “Il cda di Generali è espressione di Mediobanca che quindi sta cercando di perpetuare la propria influenza travestendola da lista del board”, ha affermato l’ingegnere romano, che ha poi aggiunto: “in definitiva, la lista del consiglio è rappresentativa solo di una certa parte di azionariato, cioè di Mediobanca”.

Non solo. Generali ha deciso anche di rivolgersi alle autorità giudiziarie penali e civili “perché siano sanzionati i comportamenti da chiunque illecitamente tenuti”, in quanto, spiega il board, ci si troverebbe di fronte a gravi “violazioni degli obblighi di correttezza nell’informativa posti a tutela degli azionisti, degli investitori e del mercato, che minacciano di alterare le dinamiche di mercato e la corretta determinazione del voto in assemblea”.

La replica di Donnet

Nel botta e risposta mediatico è arrivato oggi un nuovo intervento di Philippe Donnet che, in un’intervista a La Stampa, rivendica l’indipendenza della lista che lo sostiene. “La lista che mi propone – spiega – è anche uno strumento per migliorare la governance della compagnia, non è la lista di Mediobanca, ma la lista del cda”. Donnet ricorda anche che “nel cda ci sarà il 77% di candidati indipendenti, e un presidente indipendente”. Il ceo di Generali ha tuttavia lanciato un frecciata a quegli imprenditori che in Italia avrebbero una visione “padronale” della gestione delle società. “Non è nella loro cultura la separazione netta tra essere azionisti, essere consiglieri ed essere manager professionali. Il mio – ha aggiunto – non è un giudizio di merito, ma questa visione non va bene con il mondo finanziario di oggi. Secondo me questo fa parte del vecchio capitalismo”. Donnet inoltre, rivendica la necessità di “una governance moderna, adatta auna grande public company quale è Generali”.

Di Silvano Telesi

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