27 Dicembre 2021
fonte: Facebook @milanocity
Dopo il weekend natalizio oggi, lunedì 27 dicembre 2021, le borse europee riaprono al ribasso. A Milano il Ftse Mib presenta all'apertura un calo dello 0,05% a 27.003 punti. Questa mattina a Piazza Affari segnano rialzi oltre il punto percentuale Cnh Industrial, Amplifon e Diasorin e in positivo scambiano anche Campari, Recordati e Atlantia. In territorio negativo viaggiano Eni (-0,85%), Nexi (-0,82%), Banco Bpm (-0,54%) e le utility Enel e Italgas. Per quanto riguarda il resto d'Europa, Londra cede lo 0,02%, Parigi lo 0,15% e Francoforte lo 0,13%. Apre in calo anche la borsa di Tokyo, con il Nikkei 225 in flessione dello 0,37% a 28.676 punti.
La capitalizzazione complessiva della Borsa di Milano cresce di 116,7 miliardi, in aumento del 25,29% su base annua, passando dai 461 miliardi di giugno 2020 ai 578 miliardi di giugno 2021. A far salire i numeri è la pandemia Covid e la conseguente crisi economico-finanziaria, dicono gli esperti. Al tempo stesso si registra però una fuga degli stranieri dalla Borsa del nostro Paese: le loro quote calano infatti dal 48% di fine metà 2020 al 46% dello scorso giugno. Erano al 49% a fine 2019 e oltre il 51% nel 2015. A rendere noti i dati è la periodica analisi del Centro studi di Unimpresa sul valore della società italiane e sulla distribuzione delle quote azionarie.
"I dati - spiega l'associazione - mettono a confronto i valori registrati nel secondo trimestre 2020 e quelli del secondo trimestre 2021. Per quanto riguarda l'intero universo delle società per azioni del nostro Paese, la fetta maggiore è in mano alle famiglie: stabile al 38,61% di metà 2021 (era al 38,76% a giugno 2020). Nella speciale classifica, seguono gli stranieri col 24,99% (era il 24,07%), le imprese col 15,02% (era il 15,76%), le banche con il 12,33% (era il 14,54%) e lo Stato centrale col 4,75% (era al 4,91%), le assicurazioni e i fondi pensione col 2,70% (era il 2,42%); quote minoritarie sono riconducibili alle amministrazioni locali (stabili attorno allo 0,55% dallo 0,56%) e agli enti di previdenza (dall'1,05% allo 0,97%)".
"Complessivamente - continua Unimpresa - il valore delle società per azioni è aumentato, dal secondo trimestre del 2020 al secondo trimestre del 2021, del 6,60%, con un aumento di 150,5 miliardi, salendo dai 2.282,3 miliardi del 2020 ai 2.432,9 miliardi di giugno scorso. Bilancio positivo per le famiglie, che hanno visto crescere il valore, nei loro portafogli, per 100,2 miliardi (+11,95%) da 839,1 miliardi a 939,3 miliardi. Saldo positivo (+58,6 miliardi con un aumento del 10,67%) anche per gli investitori esteri: avevano quote azionarie che valevano nel 2020 549,4 miliardi e nel 2021, tra aumenti delle quote e plusvalenze realizzate sui pacchetti azionari, valgono complessivamente 608,1 miliardi".
A commentare i numeri è allora il vicepresidente di Unimpresa Giuseppe Spadafora, che afferma: "La pandemia non ha fermato la speculazione, anzi in qualche modo l'ha favorita. Ma questo incremento registrato negli ultimi 12 mesi non porta alcun beneficio concreto all'economia reale, perché si tratta di incrementi che arricchiscono i fondi d'investimento e in particolare quelli esteri a cui va ricondotta quasi la metà della proprietà delle società quotate".
"Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza - aggiunge - manca il sostegno e la promozione delle piccole e medie imprese italiane per la quotazione sui mercati finanziari regolamentati: è un tassello fondamentale per lo sviluppo delle nostre aziende, che da un lato favorirebbe la crescita dimensionale, dall'altro renderebbe la nostra economia complessivamente più forte e meno aggredibile dai giganti stranieri", conclude infine il vicepresidente di Unimpresa.
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