03 Maggio 2022
Dall’esistenza di Dio fino a un ti amo: non sono queste le più grandi fake news della storia? Sul crinale inclinato tra verità e menzogna l’informazione sempre più deve distinguere, discernere, districare i nodi del vero e del falso.
Nell’era della post-verità il dilagare di fake news, anche attraverso i social network, ci porta a riflettere, come sostiene con una felice citazione del Rettore della Iulm Gian Battista Canova, su una realtà che non somiglia poi tanto a quella annunciata da Orwell, nella quale la verità è semplicemente preclusa, bensì a quella a cui fa riferimento Aldous Huxley nel Mondo nuovo: una realtà nella quale la verità viene affogata in un mare di indifferenza.
Se n’è parlato ieri al Museo della Scienza in occasione della presentazione della ricerca ‘Fake News, percezioni, attori e strategie’ dell’International Corporate Communication HUB. L’evento ha messo in dialogo esperti del mondo della comunicazione d’impresa e voci autorevoli dell’informazione che, in un’attualità feroce caratterizzata dalla pandemia e dal conflitto franco ucraino, si sono interrogati sui principali strumenti da mettere in campo per contrastare il dilagare delle fake news.
All'evento sono intervenuti Stefano Lucchini, Presidente Advisory Board ICCH, il Rettore dell'Università IULM Gianni Canova, il direttore di Skytg24 Giuseppe De Bellis, il direttore di Tgcom24 Paolo Liguori, il direttore di la Repubblica Maurizio Molinari, il direttore de Il Sole 24 Ore Fabio Tamburini, il direttore di Askanews Gianni Todini, Pierangelo Fabiano Segretario ICCH e Stefania Romenti, professoressa IULM.
Dalla ricerca ‘Fake News, percezioni, attori e strategie’ dell’International Corporate Communication HUB emerge che il 41% del campione percepisce il fenomeno come grave. I giovani hanno però una percezione più bassa. L’emigrazione clandestina è l’argomento sul quale, secondo gli intervistati, circolano più fake news. Il 45% sostiene di avere un’ottima capacità nel riconoscere una notizia falsa. Al 40% delle persone è capitato almeno una volta di condividere una fake news. Per quanto riguarda invece l’aspetto della comunicazione, le persone si aspettano dati aggiuntivi da imprese e istituzioni.
Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo, a Il Giornale d’Italia:
“È stato un incontro importante perché abbiamo visto come il ruolo del giornalismo debba essere oggetto di una continua educazione proprio alla luce di questo esplodere delle fake news. Cos’è una fake news? Oggi ognuno ha detto un po' la sua, partendo dalla provocazione di Paolo Liguori dicendo ‘ la più grande fake news è i love you’, fino ad arrivare a quanto invece altri hanno detto, ovvero che la fiducia nel giornalismo deve avere anche un costo.
Abbiamo parlato anche in parte del ruolo della comunicazione, che deve essere precisa e puntuale. L’aumento dei social media e dei blog ha fatto sì che la circolazione sia enorme. Serve talento e etica dell’informazione. L’intelligenza artificiale ci potrebbe portare ad avere un framework di riferimento”.
Sull’informazione ai tempi del Covid-19 Lucchini: “Sicuramente è stato un fenomeno nuovo e abbiamo avuto un’informazione che è stata messa in mano soprattutto ai professionisti dell’epidemiologia. Poi è anche vero che esiste un concetto come quello della post-verità”.
Sul dilagare delle fake news a proposito del conflitto russo-ucraino: “Etica e regolamentazione sono le sfide che ci attendono. Quello su cui dobbiamo puntare di più è la preparazione dei giornalisti, che hanno un ruolo straordinariamente importante nel mantenere equilibrio. Una formazione continua è dunque fondamentale”
Federico Silvestri, Amministratore Delegato di 24 ORE Cultura a Il Giornale d’Italia:
“La grande sfida non è soltanto quella di rappresentare attraverso l’informazione la narrazione degli accadimenti, ma credo che i media abbiano il compito di dettare l’agenda e stimolare l’opinione pubblica e le istituzioni, nonché quello di fornire delle leve all’impresa.
La pluralità dell’informazione è alla base del concetto di democrazia e va protetto. Ma la pluralità è sana se parliamo di informazione qualificata, diventa infatti un disvalore quando chiunque è abilitato a fare informazione senza averne gli strumenti. Dobbiamo quindi proteggere la pluralità andando però a valorizzare la qualità e gli editori in quanto tali”.
Sul ruolo del fact checker: “Intanto è molto positivo che si parla di questo e che tutti hanno compreso l’importanza di un ruolo di questo tipo. Chiaro che va strutturato”.
VIDEO- Liguori, Tgcom24: “La verità sull’origine del Covid-19? Ecco perché non la sapremo mai”
Paolo Liguori, direttore editoriale di Tgcom24, a Il Giornale d’Italia:
“L’informazione non è una cosa statica: si muove, vive nelle difficoltà, nelle sconfitte, nelle vittorie. Non è all’altezza di affrontare le sfide che arrivano, ma si adegua a queste. Le sfide sono di volta in volta più pesanti e l’informazione deve camminare dentro alla tempesta”.
Sull’origine della diffusione del Covid-19 Liguori: “Non arriveremo mai a una verità, perché man mano che si va avanti nell’indagine scopriamo che sempre più paesi sono coinvolti. Io sono contento perché la verità che ho trovato è sufficiente, ma una verità assoluta non la troveremo mai perché oggi il mondo si divide in due emisferi geopolitici e le due parti hanno lavorato in maniera combinata nei laboratori. Purtroppo è andata così ma la domanda è buona perché è l’origine di quello che sta accadendo anche adesso”.
Sule fake news: “Verifichiamo quello che è possibile verificare, ci sono alcune notizie che si verificano anche anni dopo. Noi ci viviamo in queste realtà, e molte fake news sono anche prodotti commerciali”
VIDEO- Giuseppe De Bellis: “In guerra le fake news diventano strumento della propaganda”
Giuseppe De Bellis, Direttore di Sky TG 24, in occasione della presentazione della ricerca Fake news: percezioni, attori e strategie portata avanti dal Corporate Communication Hub, ha affermato a Il Giornale d’Italia:
“Il focus del dibattito è stata una ricerca conclusa da pochissimo sulla percezione delle fake news in Italia, su chi sono gli attori coinvolti e quali sono le strategie per risolvere il problema.
L’impatto delle fake news sulla nostra società è oggettivamente importante, visibile e negativo. Molto spesso l’informazione viene manipolata oppure viene veicolata un’informazione falsa e fin quando tale informazione non viene certificata come falsa il pubblico che la riceve è ovviamente tradito nella conoscenza di quella che è la realtà. Da quel momento in poi si crea un circolo vizioso che a lungo andare ha già portato un clima di totale sfiducia e polarizzazione della società che a questo punto non discerne più la verità dalla non verità.
Nella situazione geopolitica attuale vediamo un fenomeno che oltre le fake news coinvolge anche quello della propaganda, che esiste da quando esiste la guerra. La propaganda dunque si trasforma in fake news perché cerca di orientare il consenso e quindi usa la metodologia delle notizie false per orientare questo consenso. In questo momento, in questa guerra che non è solo militare ma anche una guerra di informazione e digitale, il ruolo dell’informazione è fondamentale”, conclude.
VIDEO- Mandraffino, Eni: “Il monitoraggio e la comunicazione data driven possono ostacolare le fake news”
Erika Mandraffino, Direttrice della Comunicazione Esterna di Eni, a Il Giornale d’Italia:
“Il focus del dibattito di questa serata è stato quello di analizzare varie soluzioni rispetto al tema delle fake news e ci sono stati alcuni pareri molto interessanti. Dal punto di vista dell’azienda la cosa che ritengo possa essere fondamentale è il monitoraggio e una comunicazione data driven. Attraverso il monitoraggio non solo della rete ma di tutte le notizie che vengono pubblicate rispetto all’azienda è infatti sicuramente possibile individuare le fake news e poterle contrastare”.
“Chiaramente il mondo dei social ha velocizzato la diffusione delle fake news, ma dall’altra parte la comunicazione disintermediata ha dato anche alle aziende la possibilità di poter comunicare direttamente sui temi di propria importanza. Eni da questo punto di vista sta lavorando da tempo: abbiamo un data lab specializzato nell’analisi dei dati che cerca di monitorare e tracciare le notizie; speriamo in futuro di arrivare anche a una modalità predittiva in modo da poter essere in grado di ribattere a temi pericolosi per l’azienda”.
Angela Bianchi, Head of Country Communications & Patient Engagement di Novartis, , a Il Giornale d’Italia in occasione della presentazione della ricerca ‘Fake News, percezioni, attori e strategie’ dell’International Corporate Communication HUB:
“Un’iniziativa di pregio che ha portato alla luce il tema della falsa informazione e di come questa sia un vero danno per le persone, per l’economia e per la società. Un panel competente che aveva lo scopo di contribuire in modo concreto a combattere un fenomeno che ha un danno sociale immenso ma al quale possiamo senz’altro porre rimedio.
Sulla comunicazione in pandemia: “Novartis è stata in prima linea per combattere la falsa informazione sui temi di salute, fondamentale in questi due anni di pandemia. Abbiamo avviato un programma chiamato ‘Alleati per la Salute’ a fronte di una richiesta sincera di un grande numero di associazioni e pazienti che ci hanno chiesto di aiutarli. L’obiettivo è quella di portare conoscenza vera e corretta in materia di salute a un pubblico sempre più ampia. Quindi una comunicazione comprensibile e obiettiva”.
Simone Crolla, Managing Director di AmCham a Il Giornale d'Italia ha sottolineato:
“Le fake news creano più danno di quanto si possa immaginare perché sembrano notizie attendibili, cosa che nel mondo del business influenzano anche le scelte del consumatore. Per non parlare delle fake news che hanno risvolti più drammatici e che riguardano la guerra”
“Come è successo anche durante il covid l’amministrazione Biden tra i primi atti ha messo in piedi una Commissione che potesse verificare come l’informazione fosse certificata. Anche i vari social media si sono abituati a questa nuova policy e stanno scrutinando di più quello che passa attraverso i loro canali. In Europa, dove la propaganda russa impatta di più, è ancora più fondamentale questa operazione. Dobbiamo porre molta attenzione anche in materia di formazione per i giovani, di modo che possano presto imparare a discernere quello che è vero da quello che è palesemente artefatto”.
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