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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

C’era una volta mia madre". Una storia vera e meravigliosa. Dalla parte delle mamme/monumento anche un po’ ingombranti.

04 Dicembre 2025

C’era una volta mia madre". Una storia vera e meravigliosa. Dalla parte delle mamme/monumento  anche un po’ ingombranti.

“C’era una volta mia madre" tratto dal romanzo autobiografico di Roman Perez pluripremiato. Film all’altezza del bellissimo libro, dicono chi lo letto.   Ma mére, Dieu et Sylvie Vartan,  diretto dal regista canadese Ken Scott, è  uno spaccato su una famiglia degli anni ’60 ambientato a Parigi. Ultimo di cinque figli  Esther (Leïla Bekhti) dà alla luce Roland. Il piccolo nasce con un piede torto che gli impedisce di stare in piedi. Contro il parere di tutti, Esther gli promette che camminerà come gli altri e che avrà una vita favolosa. Da quel momento in poi, questa madre straordinaria, inarrestabile non smetterà mai di fare tutto il possibile per mantenere la sua promessa. Cominciando con una educazione domestica, alternandosi con i quattro figli. Malgrado bussi alla sua porta l’assistente sociale con agenti della polizia, lei li supplica di darle l’ultima possibilità. Non lo vuole  mandare a scuola su una carrozzina per non farlo deridere dagli altri bambini, Roland striscia sul pavimento fino al giorno del “quasi" miracolo. Roland impara a leggere e a scrivere dai testi della canzoni di Sylvie Vartan che impara a memoria. Con una fede incrollabile, Ester a casa si fa un altarino con santi e santini, sostenuta  da una forza fuori dal comune,  dedica tutto il suo tempo a mantenere questa promessa. Anno dopo anno, affronta sacrifici e battaglie legali convinta che l'amore materno e la perseveranza possano cambiare il corso del destino. E così sarà. E’ una storia vera e coinvolgente.  La sua determinazione  aiuta Roland a superare le difficoltà fisiche. Il piccolo Roman ha una tale  devozione per Sylvie Vartan, la cantante più famosa cantante pop di Francia, che diventa per lui un simbolo di speranza. Roland non solo imparerà a camminare, ma anche a ballare, diventerà un famosissimo avvocato interpretato da uno strepitoso Jonathan Cohen e diventerà l’avvocato proprio del suo idolo, Sylvie Vartan, che nel film irecita se stessa in ruolo cameo
 Una commedia sentimentale che esalta il ruolo di una madre eroica, tenace, ingombrante quanto commovente.

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