14 Luglio 2025
Allen Bernard Ganao, fonte: Facebook, @Narcisista? Si salvi chi può.
Negli ultimi giorni, il caso di un bambino neurodivergente allontanatosi da un campeggio ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, generando apprensione tra familiari, cittadini e forze dell’ordine, attivando un'imponente macchina dei soccorsi che fortunatamente ha avuto esito positivo
Un episodio delicato, che avrebbe richiesto rispetto, cautela e comprensione, ma che ha invece dato luogo a una narrazione sopratutto sui social improntata al giudizio, alla disinformazione e allo stigma.
Sui social network e in diversi organi di stampa si sono diffusi commenti superficiali, imprecisi e carichi di pregiudizi. In particolare, sono emerse osservazioni fuori luogo come “dalle immagini sembra un bambino normale”, frutto di una mancata conoscenza della realtà delle disabilità invisibili.
È fondamentale chiarire un concetto essenziale: un bambino neurodivergente può agire in modi che un adulto neurotipico fatica a comprendere. Non si tratta di comportamenti “capricciosi” o “problematici”, ma dell’espressione di un funzionamento neurologico diverso. Diverso, non sbagliato.
In questo contesto, la prevenzione e la consapevolezza possono fare la differenza, anche attraverso semplici ma efficaci buone prassi, utili non solo per le famiglie con figli/ie con disabilità, ma per tutti i genitori:
In caso di bambini non verbali o parzialmente afasici, evitare l’uso di sirene, urla e luci intermittenti (potrebbero favorire crisi epilettiche), prediligendo invece la diffusione della voce dei genitori o di una canzone amata, attraverso megafoni o sistemi di amplificazione.
Queste soluzioni non solo riducono i tempi di ricerca, ma offrono al bambino stimoli rassicuranti, contribuendo a un più rapido e sereno ritrovamento.
In una società sempre più esposta alla comunicazione immediata e al giudizio istantaneo, è necessario promuovere informazione corretta, formazione e sensibilizzazione. Le disabilità invisibili esistono, anche se non si vedono e son numericamente in enorme aumento. Si vivono ogni giorno, con fatica, coraggio e dignità.
Episodi come questo devono diventare occasioni per crescere collettivamente nella consapevolezza, e per costruire una cultura dell’inclusione basata sul rispetto, non sul sensazionalismo.
Infine, si sottolinea come le buone prassi elencate possano essere applicate anche in altri contesti ad alta affluenza, come concerti, feste o eventi pubblici. In situazioni affollate, infatti, può bastare un attimo per perdere un bambino di vista. E quando si tratta di un bambino neurodivergente, ogni minuto forse è più prezioso.
Di Marco Macri, ex portavoce di Genova inclusiva e Padre di un bimbo neurodivergente e vigile del fuoco
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