25 Giugno 2025
Alessandro Impagnatiello, fonte: LaPresse
Confermato in appello l'ergastolo per Alessandro Impagnatiello. Questa la sentenza sul 30enne che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano con 37 coltellate lo scorso 27 maggio 2023. Il 30enne aveva avvelenato per 6 mesi la fidanzata da cui aspettava un bambino, cercando su internet quanto veleno servisse per uccidere una donna. Tuttavia, è stata esclusa l'aggravante della premeditazione, mentre è stata confermata quella della crudeltà. Tre ore di camera di consiglio per la decisione sull'omicidio di Senago.
Ergastolo confermato per Alessandro Impagnatiello. Il 30enne è stato condannato anche in secondo grado in quanto la sentenza d'appello ha sancito la conferma della pena massima per l'uomo che ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano. Questo è quanto ha deciso la Corte d'Assise d'appello di Milano. Tuttavia, c'è una novità: è stata esclusa l'aggravante della premeditazione e riconosciuta quella della crudeltà e del rapporto di convivenza.
La difesa puntava ad uno sconto della pena giocandosi la carta della giustizia riparativa, bocciata sul nascere dalla sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri, che ha dichiarato: "La difesa non indica, non offre nessuno elemento di fatto da cui poter desumere l'utilità di questo percorsi riparatorio. Non si vede quale vantaggio potrebbe derivare per la vittima la giustizia riparativa".
Quello a cui puntava l'avvocata di Impagnatiello, Giulia Geradini, era una riduzione della pena a 30 anni di reclusione. La tesi sostenuta dalla difesa che era quanto successo nella casa di Senato non fu un agguato, ma un "susseguirsi di errori" senza la "minima pianificazione" commessi da Impagnatiello che in "cuor suo avrebbe voluto interrompere la gravidanza" della compagna e non ce l'ha fatta perché la sua "personalità narcisistica" gli avrebbe impedito di rovinare "l'immagine perfetta che ha sempre voluto dare di sé".
Ma la procura generale è sempre stata ferma, ribadendo come Impagnatiello meritasse l'ergastolo. La stessa sostituta procuratrice generale aveva sostenuto che Giulia era stata "uccisa con fredda premeditazione", aggravante poi esclusa. Alla 29enne incinta di 7 mesi del piccolo Thiago sono state inflitte 37 coltellate. Giulia è stata dapprima colpita alle spalle e poi in varie zone del collo.
Chiara Tramontano contro i giudici in un post sui social dopo la sentenza che ha escluso la premeditazione: "La chiamano legge ma si legge DISGUSTO. L’ha avvelenata per sei mesi. Ha cercato su Internet: 'Quanto veleno serve per uccidere una donna'. Poi l’ha uccisa. Per lo STATO, supremo legislatore, NON È PREMEDITAZIONE. VERGOGNA a una LEGGE che CHIUDE GLI OCCHI davanti alla VERITÀ e UCCIDE due volte. E smettetela di portare gli assassini ai banchi. Sono assassini. VANNO IN CELLA. Nessuno li vuole liberi, INQUINANO". Un post circondato dalla parola "Vergogna" in tutti gli angoli.
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