22 Aprile 2025
Benjamin Netanyahu; fonte:Imagoeconomica
Il premier israeliano Bejamin Netanyahu in silenzio davanti alla morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile 2025. Quando si è diffusa la notizia, le reazioni da parte del mondo politico internazionale sono state immediate, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla premier Giorgia Meloni al presidente russo Vladimir Putin, dal presidente francese Emmanuel Macron al presidente Usa Donald Trump. In Isreale ha espresso cordoglio il presidente Isaac Herzog, ma nessuna parola da parte di Neanyahu. Bergoglio aveva più volte condannato le azioni di Israele nella Striscia di Gaza, condannando "i massacri della popolazione, l'uccisione dei bambini" e chiedendo una "indagine per genocidio".
Aveva definito le decisioni di Netanyahu "immorali" e "indegno" ciò che accade a Gaza. Anche nel suo ultimo discorso scritto per la Pasqua e letto il giorno prima della sua morte, il Pontefice aveva mostrato la sua solidarietà nei confronti del popolo palestinese nella Striscia "dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!".
Papa Francesco, il silenzio di Netanyahu per la morte del Pontefice che chiese "un'indagine per genocidio a Gaza"
La morte di Papa Francesco è stata accolta in maniera diametralmente opposta dal capo dello stato israeliano e dal primo ministro di Tel Aviv. “Invio le mie più sentite condoglianze alle comunità cristiane in Israele – la Terra Santa – per la perdita del loro grande padre spirituale“, ha scritto Herzog su X, definendo Francesco “un uomo di profonda fede e sconfinata compassione“, che ha “dedicato la sua vita a sollevare i poveri e a invocare la pace in un mondo travagliato”. Il presidente dello Stato ebraico ha anche elogiato l’impegno del Papa nel dialogo interreligioso e nel rafforzamento dei legami con il mondo ebraico. “Spero vivamente che le sue preghiere per la pace in Medio Oriente e per il ritorno sano e salvo degli ostaggi trovino presto risposta”, ha concluso.
Al contrario, Netanyahu non ha pronunciato alcuna parola sulla scomparsa del Papa. Non è un mistero che le prese di posizione di Bergoglio sulla guerra a Gaza avessero infastidito il premier israeliano. Francesco aveva più volte definito le azioni di Israele “immorali“, facendo poi un ulteriore passo avanti con la richiesta di un’indagine per verificare se le azioni dell’Idf nella Striscia costituissero genocidio: “A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.
Proprio il giorno prima di morire, nell’Urbi et Orbi, il pontefice ha descritto “il terribile conflitto (a Gaza) che continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria“. Fino a pochi giorni fa, Bergoglio ha continuato a sentire al telefono la parrocchia di Gaza e ha più volte parlato di “bambini mitragliati” e “massacrati“, e dei “bombardamenti di scuole e ospedali” da parte delle forze israeliane. Francesco ha più volte sottolineato anche il “dovere morale di riportare gli ostaggi a casa”. Ma proprio ieri, Israele ha annunciato che "il ritorno dei 59 ostaggi ancora in mano ad Hamas non è una priorità dello stato ebraico. L'obiettivo è distruggere Hamas, in modo che non ci possa essere un altro 7 ottobre".
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