30 Dicembre 2024
E’ arrivato in Procura in sedia a rotelle. perché le sue condizioni fisiche non gli permettono di muoversi in autonomia, il lavoratore della Culmv rimasto ferito nell’incidente mortale che ha causato la morte di Giovanni Battista Macciò. L'uomo è stato ascoltato come persona informata sui fatti dalla pm titolare del fascicolo Arianna Ciavattini e dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, che coordina il pool che si occupa degli incidenti sul lavoro. “Mi sento un po’ un miracolato – racconta ai cronisti appena uscito da palazzo di Giustizia – non so nemmeno come faccio ad essere qui”. A causa del volo che lo ha sbalzato fuori dal mezzo, dopo l’impatto con la ralla guidata da Patrizio Randazzo, ha lo sterno rotto, una vertebra fratturata, lesioni alla schiena e lamenta anche problemi alla vista ed è ancora sotto choc per la morte del collega.
Il portuale era alla guida di una ralla ferma, mentre Macciò era a piedi e stava salendo per posizionare i sigilli sul container, quando la motrice guidata da Randazzo li ha travolti in pieno. “Non ho capito cosa possa essere successo – ha detto ai pm – forse Randazzo ha avuto un colpo di sonno o ha perso il controllo”. Il camallo ha spiegato ai pm che “quelle manovre di inversione le facciamo spesso”, ma è evidente che qualcosa è andato storto perché la ralla di Randazzo anziché raddrizzarsi e proseguire lungo la corsia per andare a caricare un altro container ha puntato verso la ralla dove si trovavano Macciò e il collega. La Procura a giorni darà l’incarico per una consulenza tecnica cinematica dell’incidente oltre che sui mezzi sequestrati. Dal video diffuso dopo l’incidente e al vaglio degli inquirenti si vede per due volte prima dell’impatto il lampeggiare degli stop, come se Randazzo avesse effettuato una doppia breve frenata. Lui, tramite i suoi legali, ribadisce di aver avuto un colpo di sonno dovuto all’iper lavoro.
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