24 Agosto 2023
Riccardo Parrinello, uno dei ragazzi coinvolti nello stupro di gruppo a Palermo, torna in carcere, al Malaspina. Il 18enne, era stato scarcerato qualche giorno fa su richiesta del gip Alessandra Puglisi, dopo essere stato interrogato in tribunale. Parrinello, all'epoca dei fatti dello scorso 7 luglio ancora minorenne, è stato rilasciato per "resipiscenza" e "rivisitazione critica dei fatti". In poche parole, il giovane si sarebbe pentito del proprio errore e ne aveva preso consapevolezza, ravvedendosi. Sul suo profilo TikTok, nei giorni successivi al 19 agosto, quando era stato rinchiuso in comunità, erano spuntate frasi come "galera di passaggio, più forti di prima", "le cose belle si fanno con gli amici", "qualche ragazza vuole uscire con noi stasera?", "sto ricevendo tanti messaggi in privato da ragazze, ma come faccio a uscire con voi, siete troppe", "ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome, mi state facendo solo pubblicità e hype"... "arriviamo a 1.000 follower così potrò fare la live e spiegarvi com'è andata realmente", "mi piace trasgredire (con in sottofondo la canzone 'nun se toccano e femmine') e per non farsi mancare niente anche un'immagine che raffigura gli attori del film "Quei bravi ragazzi". I carabinieri hanno fatto una perquisizione nella comunità dove il neo maggiorenne era rinchiuso, con lo scopo di capire se tali contenuti fossero stati pubblicati dall'indagato.
E così è. È stato Parrinello in comunità a pubblicare quei video su TikTok, nei quali si vantava di avere tante fan dopo lo stupro di Palermo. Nel provvedimento del gip Antonina Pardo, si fa riferimento a tre filmati presenti sul profilo social, postati dal diretto interessato e non quindi confenzionati da terzi. Parrinello, incosciente del gigantesco caso che gli si era creato davanti, ha anche postato frasi spinte come: "Chi si mette contro di me si mette contro la morte".
La decisione è il risultato di un aggravamento della misura cautelare che nei giorni scorsi il gip gli aveva revocato, affidandolo a una comunità e sostenendo che il giovane avesse compiuto una "rivisitazione critica" del suo comportamento. Contro la decisione del gip si era espressa la Procura dei minori di Palermo, chiedendo chiaramente che Parrinello tornasse in carcere. Nel telefono del ragazzo sarebbero stati trovati altri contenuti che hanno peggiorato la sua posizione, vale a dire delle chat con gli altri indagati, dopo la violenza.
La chat del 7 luglio, appena un mese e mezzo prima dell’interrogatorio di garanzia "rivela – si legge nell’ordinanza del gip Antonina Pardo - inequivocabilmente l’estremo compiacimento del minorenne rispetto a quanto accaduto, la sua totale insensibilità rispetto alla atrocità commessa considerata fonte di divertimento e il suo disprezzo per la vittima. Ciò induce fondatamente a ritenere che le parziali ammissioni in sede di interrogatorio di garanzia nel corso del quale lo stesso ha ammesso di aver partecipato alla violenza di gruppo alla luce del sopraggiunto quadro investigativo, hanno avuto una valenza assolutamente strumentale volta unicamente ad ottenere l’attenuazione della misura".
La Procura presentò tutti gli elementi validi per fornire una motivazione del perché l'indagato dovesse tornare in carcere. La decisione causò malumore anche sul web, dove diverse star e giornalisti, da Ermal Meta a Emma Dante, si erano espresse sulla questione dello stupro. I carabinieri lo hanno prelevato dalla comunità nella quale era rinchiuso e lo hanno riportato al Malaspina.
Parrinello, è l'unico minorenne presente all'epoca dei fatti riguardo la violenza sessuale perpetrata ai danni della 19enne stuprata nei pressi del Foro Italico, in un cantiere, a Palermo. Gli altri indagati sono Angelo Flores, 22 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni, Christian Maronia, 19 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Elio Arnao, 20 anni, Cristian Barone, 18 anni. Tutti e sei sono stati recentemente trasferiti d'urgenza dal Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) dal carcere palermitano di Pagliarelli, dopo le continue intimidazioni da parte degli altri detenuti. Non si conoscono le destinazioni dei trasferimenti.
"In seguito agli accertamenti compiuti sul telefono cellulare sequestrato al minorenne al momento dell'applicazione della misura cautelare sono emersi contenuti, in special modo su TikTok, che tratteggiano la personalità di un giovane che, lungi dall'aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso".
Avendo "ottenuto condizioni di maggiore libertà con l'inserimento in comunità, ha continuato a utilizzare il telefono cellulare" per "vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione a modelli comportamentali criminali". Parrinello paga i messaggi scambiati con gli altri indagati, che mostrerebbe un quadro, tutt'altro che di pentimento.
Le sue dichiarazioni, scrive il gip, "hanno avuto una valenza assolutamente strumentale volta unicamente ad ottenere l'attenuazione della misura".
Dopo la violenza perpetrata ai danni della vittima, Parrinello mandava dei messaggi vocali all'interno dei quali si beffava della vittima: "Cumpà l'ammazzammu!", "cumpa ficimu un macello n'addivertemma". "in un quarto d'ora si è sentita male ed è svenuta più di una volta", "manco a canuscievo (non la conoscevo), siamo stati con lei in sette". Uno del branco comincia a provare un po' di schifo, ma Parrinello non è d'accordo: "Ahaha troppo forte, invece".
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