19 Luglio 2023
Muore Andrea Purgatori e gli zelanti, subito: “il vaccino non c’entra”. Excusatio non petita, ma almeno diteci di cosa è morto. “Malattia fulminante” non pare granché come spiegazione e difatti non è bastata per le centinaia e centinaia di morti più o meno illustri negli ultimi due anni, da quando il preparato che era “come un aereo lanciato mentre ancora lo costruivamo”, nelle parole della Janine Small di Pfizer, fu introdotto. Da allora, da Camilla Canepa, la sportiva diciottenne ammazzata da una meningite fulminante a 15 giorni dalla dose Astrazeneca, una casistica allucinante, mai più arrestatasi. E sempre la stessa formula omertosa: malore improvviso, malore fulminante. Come se fosse normale. Ma se è fulminante, vuol dire che qualcosa non va, che un agente l’ha suscitata: quale? Hanno provato a dire: questi attacchi imprevisti ci sono sempre stati, ma è una miserabile menzogna per come viene usata: ci saranno sempre stati ma non con una incidenza che alcuni paesi europei stimano in un venti, trenta percento in più dall’entrata del siero anticovid e che ha mietuto artisti, gente comune e tanti, troppi sportivi costantemente monitorati, sani, giovani. Il vaccino anticovid non c’entra? Ma l’incremento di morti sospette c’è e le centinaia di migliaia di conseguenze avverse e micidiali ci sono e nessuno può più nasconderle come non si possono occultare le chat in seno all’Aifa, all’ISS, al Ministero della Salute, tutte orientate a coprire, a mentire. L’ISS, in un prospetto della primavera 2021, alla vigilia del lancio commerciale di questi vaccini che proprio vaccini non sono, avvertiva: non siamo in grado di prevederne gli effetti a medio e lungo termine ma è garantito che ci saranno. Invece sono arrivati presto, subito.
C’è un sito “bufale.net”, che vorrebbe essere un’accusa ed è invece un’ammissione, che ha risolto così: “Non sappiamo cosa abbia ucciso Purgatori, ma il vaccino non c’entra e chi lo afferma è novax”. La vecchia prova del diavolo, dimostrare qualcosa di indimostrabile perché palese, oltre le parole e la logica. Come quando trovano un assassino con il coltello grondante il sangue della vittima e si sentono dire: mi hai visto scannarla? No, e allora che vuoi? Benissimo, non sapete cosa abbia ucciso Purgatori “di malattia fulminante”, ma Purgatori era un testimonial vaccinale scatenato e velenoso, sia dalle colonne del Fatto Quotidiano, testata contigua all'allora primo ministro Conte, che su la7, per la quale lavorava, a sua volta vicinissima al Fatto e dove non si contavano le intemerate per umiliare il Brosio di turno, novax e dunque in fama di visionario, di pagliaccio. Diceva l’ortodosso Purgatori senza scrupolo di dubbio metodologico: "I numeri sono lì e parlano. Di che cosa stiamo parlando? Sento tante sciocchezze ma il merito è del vaccino che ha dimostrato che abbiamo ridotto il numero di ospedalizzazioni". Sì, ma forse in un altro modo, più spiccio, rispetto a cosa intendevano gli entusiasti della siringa, quelli che ancora insistono, tetragoni, con la leggenda sanitaria dei 20 milioni di morti scongiurati, una proporzione a caso, esoterica, come quelle dei parametri di Maastricht.
Di cosa stiamo parlando? Potrebbero chiederlo a milioni quelli senza più un figlio o un parente, finiti in ospizio per “fulminanti” paralisi, quelli che dopo le tre o cinque dosi si son visti riaccendere un tumore, o sprofondare nell’abisso del silenzio per sordità inspiegabili, o “nelle sete e i velluti della cecità” come diceva Chet Baker. O nei vortici della mestizia, come chi si è ritrovato in una casa vuota, improvvisamente abbonato al cimitero, ogni giorno, chiedendosi davanti a una lapide se davvero quella dose non c’entrasse, se non fosse stato lui, inconsapevolmente, il giustiziere di suo figlio o di sua madre o di sua moglie. Chi scrive queste storie le ha intercettate, le ha raccontate; e non gli andava di vedere il Purgatori di turno prendere per il culo, “i novax hanno l’immunità di capre come direbbe Sgarbi”. Chi scrive è fra quelli che si sono salvati a stento, per ora, e adesso non prova niente, proprio niente. O meglio prova una gran rabbia per le vittime innocenti e inconsapevoli di un propaganda sciagurata, tutta improntata sull’odio, contro i deboli, i dubbiosi, i cauti, che sembra essersi rivolta contro chi la portò avanti. Quegli scettici o sono caduti per colpa di una pressione insostenibile, di un razzismo sociale impazzito, oppure, se muniti di una forza d’animo inconsueta, si sono salvati. Perché ci voleva molto, molto carattere per non cedere alle rappresaglie, alla legislazione punitiva, alle multe, al regime autoritario. Mi ha detto un amico, insegnante di Conservatorio: io ho rifiutato, ho subito sospensioni e conseguenze, ma mi sono salvato; altri colleghi adesso non camminano, non muovono gli arti, non potranno suonare mai più, la loro carriera è finita, la loro vita è finita. “Ah, non ci sono prove che sia stato il vaccino”: no, ma neanche prove che lo escludono e una coincidenza dopo qualche milione di casi diventa una statistica.
Spiace, caro Purgatori, qui nessuno gioisce per la tua fine, ma avere troppe certezze fa male a chi le ha e anche a chi ne subisce il peso. Specie quando sei un personaggio pubblico. Non c’è stata libertà di cura e neppure, eventualmente, di vita, c’era una poderosa, infame organizzazione per obbligare tutti. E adesso che i calcoli non tornano, adesso che i paladini cadono, bisogna assistere allo spettacolo di quelli che schiumano e accusano, non essendo in grado di confrontarsi con la spaventosa realtà.
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