21 Novembre 2021
Aspro dibattito negli studi de L'aria che tira tra la conduttrice Myrta Merlino, Andrea Purgatori e Paolo Brosio. A scatenare la discussione, il tema dei vaccini Covid, e della loro utilità. Con loro in studio, l'assessore alla sanità del Lazio Alessio d'Amato.
Ad aprire il discorso, il giornalista Purgatori, che spinge la narrazione sull'efficiente utilità della durissima campagna vaccinale per come è stata fatta in Italia: "L'Austria va in lockdown, se io ricordo bene, dopo avere mantenuto una posizione iniziale rispetto al COVID di super libertà. La Gran Bretagna, dove Johnson aveva eliminato il distanziamento, le mascherine, si ritrova in una situazione drammatica. La Germania è preoccupatissima perché si sta avvicinando anche lì a una situazione pericolosa e quindi io mi domando ancora di che cosa stiamo parlando. Le cure? Va benissimo, ma io credo che il vaccino ha dimostrato, dati alla mano, che noi abbiamo ridotto il numero delle persone che finiscono in ospedalizzazione e soprattutto in terapia intensiva. Il merito è del vaccino, non è delle cure, non è della provvidenza e non è delle tante sciocchezze che si sentono in difesa di che cosa? Del nulla, perché comunque i vaccini li abbiamo fatti tutti quanti anche per il resto delle altre malattie. Certo, comportano una parte di rischio; certo comportano il fatto che forse ci si può contagiare. Però i numeri sono lì, e parlano".
A questo punto interviene la padrona di casa, Merlino, probabilmente intimorita che le parole di purgatori siano, a suo dire, fraintese: "Anche l'Oki comporta una parte di rischio".
A rispondere nel merito della questione "normalità del vaccino", è Paolo Brosio, che dice: "Andrea, non mi puoi paragonare i vaccini che abbiamo fatto da piccini con questi di adesso. Non è corretto scientificamente, non si possono paragonare i vaccini che abbiamo fatto io e Andrea da piccoli con quelli che ci sono adesso, perché qui stiamo facendo una dose ogni sei mesi, il virus è mutante, è un problema grosso questo". "Anche per l'influenza - lo interrompe Purgatori - facciamo un vaccino ogni anno, perché cambiano". Brosio: "E per la difterite hai fatto un vaccino, uno per la polio".
Il battibecco, quindi, continua, con Purgatori che risponde stizzito: "Ma sono malattie diverse! Ma tu sei d'accordo sul fatto che noi viviamo una condizione migliore rispetto ad altri paesi perché abbiamo una percentuale maggiore di vaccinati? Sì o no? Oppure è un caso?". Brosio: "André, in Inghilterra hanno cominciato a vaccinarsi molto prima di noi e stanno molto peggio di noi!" Al che il giornalista inizia a snocciolare qualche spiegazione: "In Inghilterra l'assenza di distanziamento, il non uso delle mascherine. È stata una decisione politica in un Paese che avendo fatto la Brexit aveva dei problemi sociali, e ha dei problemi sociali, enormi. Se Johnson non avesse attuato quel tipo di politica, lo buttavano nel Tamigi, capisci qual è il problema?"
Tuttavia, ricorda Brosio, le stesse osservazioni potrebbero essere fatte anche per Paesi che non godono degli stessi disagi strutturali del Regno Unito: "Ma io capisco anche che sono stravaccinati in Islanda dove c'è un altissimo tasso di positività. Quindi ci sono dei problemi col vaccino, io vado a Mediaset stasera: tutti i vaccinati devono fare il tampone perché non siamo sicuri che il vaccinato non trasmetta o trasmetta. È un problema enorme. E vuol dire che il vaccino non è uno scudo così come viene presentato, per cui chi vuole se lo fa".
Interviene Merlino, ancora una volta preoccupata che parole troppo audaci rischino di essere fraintese dallo spettatore: "è un ottimo scudo ma non è infallibile e le persone che si reinfettano dopo essere vaccinate, numeri concretissimi alla mano, non finiscono in terapia intensiva e non muoiono". Brosio, tuttavia, deve correggerla: "E' un 10%, lo dice l'Istituto Superiore di Sanità: c'è un 10% di vaccinati andati in terapia intensiva".
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