22 Ottobre 2025
Cinque siti di produzione e due depositi clandestini di sigarette di contrabbando sono stati scoperti e sequestrati dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri di Torino, nell’ambito di un’operazione congiunta coordinata dalla Procura del capoluogo piemontese. All’interno delle strutture sono state trovate oltre 230 tonnellate di tabacco lavorato proveniente da Paesi extra-UE, insieme a 22 tonnellate di sigarette già confezionate, molte delle quali recanti marchi noti, ma contraffatti.
Il blitz ha permesso anche di rinvenire 538 milioni di componenti per la produzione, tra filtri e cartoncini, utilizzati per assemblare le sigarette. Secondo le stime degli inquirenti, sarebbero stati prodotti almeno 35 milioni di pacchetti, per un valore complessivo di 175 milioni di euro. Il danno erariale stimato ammonta a 112 milioni di euro di accise evase e 28 milioni di euro di IVA non versata.
L’operazione, denominata “Chain Smoking”, non ha riguardato solo il traffico illecito di tabacchi, ma anche una serie di gravi reati connessi: riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
A scoprire i siti illegali sono stati il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Torino e la Compagnia dei Carabinieri di Venaria Reale. Gli stabilimenti erano abilmente nascosti in capannoni industriali, dotati di linee produttive sofisticate e macchinari di alto livello, alimentati da gruppi elettrogeni per non destare sospetti attraverso i consumi elettrici.
I depositi erano dislocati nella zona nord di Torino, nei quartieri Madonna di Campagna, Barca e Rebaudengo, e nei comuni di Caselle Torinese e Venaria Reale.
All’interno, le condizioni erano drammatiche: finestre oscurate, ambienti senza luce naturale, alloggi improvvisati per i lavoratori, tutti provenienti dall’Europa dell’Est. Le forze dell’ordine hanno accertato che queste persone erano sfruttate, costrette a turni massacranti senza pause, senza alcun rispetto per le normative sulla sicurezza o i diritti del lavoro. Di fatto, erano rinchiuse negli stabilimenti.
Le perizie tecniche hanno stimato che ogni linea di produzione fosse in grado di realizzare fino a 48.000 pacchetti di sigarette al giorno, per un totale di 700 tonnellate immesse potenzialmente sul mercato illegale.
Otto le persone arrestate in flagranza, tutte di nazionalità ucraina, rumena e moldava.
A seguito dei sequestri, sono intervenuti anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e la Città metropolitana di Torino per la gestione e la distruzione del materiale. La Procura sta valutando il coinvolgimento della Procura europea, considerata la portata transnazionale dell’operazione.
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