28 Ottobre 2020
Google (fonte foto Pixabay)
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un’istruttoria nei confronti di Google, ipotizzando un abuso di posizione dominante. Secondo l'Antitrust, Google infatti avrebbe violato l’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea riguardo alla disponibilità e all’utilizzo dei dati personali degli utenti per l’elaborazione delle campagne pubblicitarie di display advertising, spazio che editori e proprietari di siti web mettono a disposizione per l’esposizione di contenuti pubblicitari.
"Nel cruciale mercato della pubblicità online, che Google controlla anche grazie alla sua posizione dominante su larga parte della filiera digitale" accusa l'Antitrust "si contesta alla società l’utilizzo discriminatorio dell’enorme mole di dati raccolti attraverso le proprie applicazioni, impedendo agli operatori concorrenti nei mercati della raccolta pubblicitaria online di poter competere in modo efficace". Google infatti, sfruttando in modo scorretto la propria posizione dominante, non darebbe modo agli altri motori di ricerca di concorrere nell'ambito della pubblicità online.
Ma c'è dell'altro: l'Antitrust accusa la società anche di "aver posto in essere una condotta di discriminazione interna-esterna, rifiutandosi di fornire le chiavi di decriptazione dell’ID Google ed escludendo i pixel di tracciamento di terze parti. Allo stesso tempo avrebbe utilizzato elementi traccianti che consentono di rendere i propri servizi di intermediazione pubblicitaria in grado di raggiungere una capacità di targhettizzazione che alcuni concorrenti altrettanto efficienti non sono in grado di replicare".
L'autorità ricorda inoltre che "la raccolta pubblicitaria online nel 2019 ha registrato in Italia un valore di oltre 3,3 miliardi, che rappresenta attualmente il 22% delle risorse del settore dei media, e il solo display advertising un fatturato superiore a 1,2 miliardi. Per importanza, la raccolta pubblicitaria online costituisce, in termini di valore, la seconda fonte di ricavi del settore dei media".
Attraverso cookie inseriti nei banner, pop-up o altre forme di messaggi pubblicitari visibili durante la consultazione di un sito web, Google raccoglie milioni di dati in brevissimo tempo, i quali permettono di "ricostruire in maniera dettagliata il profilo dei soggetti cui indirizzare i messaggi pubblicitari" scrive l'Antitrust.
La società ha infatti a disposizione molteplici strumenti per fare ciò, come il sistema operativo mobile Android, "installato sulla gran parte degli smartphone utilizzati in Italia", il browser Chrome mobile e per desktop, i servizi di cartografia e di navigazione Google Maps/Waze e di tutti gli altri servizi erogati attraverso Google ID (gmail, drive, docs, sheet, Youtube).
L'antitrust ha così deciso di aprire un'istruttoria e le indagini mostrerebbero che Google, abusando della propria posizione dominante, adotti dei comportamenti che "sembrano avere un significativo impatto sulla concorrenza nei diversi mercati della filiera del digital advertising con ampie ricadute sui competitor e sui consumatori", si legge nella nota.
Infatti la mancata concorrenza nell’intermediazione del digital advertising, "potrebbe ridurre le risorse destinate ai produttori di siti web e agli editori, impoverendo così la qualità dei contenuti diretti ai clienti finali. Inoltre, l’assenza di una effettiva competizione basata sui meriti potrebbe scoraggiare l’innovazione tecnologica per lo sviluppo di tecnologie e tecniche pubblicitarie meno invasive per i consumatori" conclude la nota dell'Antitrust.
Già nella giornata di di ieri, martedì 27 ottobre, l'Antitrust ha comunicato di aver già eseguito alcuni accertamenti ispettivi nelle sedi di Google, avvalendosi della collaborazione dei militari della Guardia di Finanza.
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