09 Ottobre 2020
Antitrust (fonte foto Lapresse)
Enel Energia, Optima, Green Network, Illumia, Wekiwi, Sentra, Olimpia-Gruppo Sinergy, Gasway, Dolomiti Energia, E.On, Axpo, Audax, Argos sono le 13 società sulle quali l'Antitrust ha avviato un'istruttoria, come riporta Ansa. La decisione è stata presa in seguito ai rilievi formulati dall'Autorità sia sulla documentazione contrattuale che sulla comunicazione promozionale di tali società. L'istruttoria è stata avviata per "mancanza di trasparenza nell’indicazione delle condizioni economiche di fornitura di energia elettrica e gas sul mercato libero".
L’analisi delle principali offerte commerciali sul mercato libero proposte dalle 13 società ha rilevato "l’esistenza di diversi profili critici delle informazioni rese in ordine alle voci che concorrono alla formazione del prezzo complessivo dell’energia elettrica e del gas, comprensive di oneri che, una volta riportati in bolletta, vengono posti a carico dei consumatori" spiega l'Antitrust.
Alle società viene rimproverato di non informare in modo adeguato gli utenti prima della sottoscrizione del contratto. In particolare non sarebbero messi al corrente dell’esistenza di alcune voci di costo aggiuntive al prezzo della componente energia. Ciò comporterebbe una grave conseguenza: solo al momento della ricezione delle bollette gli utenti si rendono conto degli effettivi costi delle forniture di energia elettrica e gas applicati da queste imprese, risultanti superiori alle attese.
Con questi procedimenti, l'Antitrust dichiara di voler accertare l’esistenza di "condotte relative alle offerte di fornitura dell’energia elettrica e del gas sul mercato libero che contrastino con le norme del Codice del Consumo, nei casi in cui le condizioni economiche prospettate nella documentazione contrattuale o promozionale da parte dei vari operatori del settore risultino ingannevoli, inadeguate o omissive".
Infine, l'indagine considera anche le "condotte aggressive poste in essere da alcuni degli operatori, laddove prevedono l’applicazione di penali in caso di recesso o applichino costi per servizi non resi, onde sanzionare i comportamenti pregiudizievoli per i clienti domestici e non domestici di piccole dimensioni e così dissuaderne la futura reiterazione". Tali comportamenti potrebbero "integrare anche una condotta non diligente", violando l’art. 20 del Codice del Consumo.
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