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Angelini: 'La crisi colpirà anche le banche, simulazioni non rassicuranti'

11 Giugno 2020

Angelini: 'La crisi colpirà anche le banche, simulazioni non rassicuranti'

Banca d'Italia Foto: LaPresse

Il capo della vigilanza della Banca d'Italia, Paolo Angelini, ha espresso tutte le sue preoccupazioni in merito alle sorti delle banche, durante l'audizione in Commissione Banche, presieduta dalla grillina Carla Ruocco, sulla concessione della liquidità alle imprese con lo strumento della garanzia pubblica. "Le simulazioni che abbiano non sono rassicuranti - ha affermato Angelini, facendo riferimento alla crisi provocata dalla pandemia - è evidente che una perdita di Pil che sia del 9% o più elevata non potrà non incidere sulle imprese e a catena sulle banche va ricordato che queste ultime sono imprese di mercato". “Le banche sono imprese come le altre e verranno colpite dalla crisi questo è poco ma sicuro".

Angelini sui prestiti garantiti dallo Stato nell’erogazione della liquidità alle imprese

Quanto ai prestiti garantiti dallo Stato nell’erogazione della liquidità alle imprese, Angelini ha rivelato che la Banca d'Italia ha inviato "una comunicazione a un gruppo di banche che presentano un numero di erogazioni" di prestiti garantiti "in rapporto alle richieste ricevute inferiore al valore mediano del sistema" dove chiede "di attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze”. "Nella lettera chiediamo informazioni sulle cause dei ritardi - spiega Angelini - pur sottolineando la loro piena autonomia nella decisione di concedere o meno i finanziamenti". I ritardi, stando alle prime evidenze, "non sono legati al capitale o alla liquidità" delle banche, precisa il capo della vigilanza. Sarebbero invece legati ad una serie di fattori temporanei quali l'organizzazione, l'elevato numero di domande, le norme e le difficoltà della pandemia. Le più lente nell'erogazione della liquidità garantita dal decreto imprese di aprile convertito da poco in legge sono state le banche più piccole.

"Lo stesso vale per i tassi interesse che sono leggermente più alti”, ha aggiunto Angelini, avvertendo però che bisogna ricordare che "le banche più piccole tendenzialmente affidano le imprese più piccole che sono tendenzialmente più rischiose o pagano un premio sul fronte del costo del credito più elevato".

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