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Acampora (PizzAut): “Il mio obiettivo è un mondo in cui PizzAut non serva più perché l’inclusione è già realtà nelle aziende”

Nico Acampora, fondatore di PizzAut, intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione del 14° Forum WPP | TEHA Group, richiama la responsabilità delle aziende nell’inclusione e il bisogno di garantire autonomia alle persone autistiche

28 Novembre 2025

Nico Acampora, fondatore di PizzAut, è stato intervistato da Il Giornale d’Italia in occasione del 14° Forum WPP | TEHA Group. L’evento è stato dedicato al tema “Il futuro che vorremmo: persone, cultura, tecnologia, sistema economico. La comunicazione come facilitatore di comportamenti e valori”. Nel suo intervento Acampora ha condiviso riflessioni sul valore dell’inclusione, sulle sfide quotidiane delle persone autistiche e sul ruolo delle aziende nel costruire un futuro più equo e capace di offrire reali opportunità a tutti.

Ci può raccontare meglio la storia di Letizia?

Volentieri. Letizia è quella che, in termini tecnici, verrebbe definita una persona “a basso funzionamento”: fatica nel linguaggio, nella socializzazione e nelle competenze cognitive. Eppure, nonostante queste difficoltà, aveva una fortissima voglia di riscatto. In dodici mesi ha imparato a scrivere il menù di PizzAut, non tutto, solo ciò che le serve per lavorare, ma per lei è stato un traguardo enorme, raggiunto con un impegno straordinario.

Dopo questo percorso, l’assunzione non era scontata. È stata VPP a decidere di darle un’opportunità, assumendola a tempo indeterminato e collocandola in distacco da PizzAut. Oggi Letizia ha un lavoro stabile e, con grande affetto, mi chiama “secondo papà”.

Un giorno suo padre è venuto da me, dopo che io gli avevo chiesto scusa per una situazione passata, e mi ha detto: "Mia figlia fa bene a chiamarti secondo papà, perché tu le hai dato una seconda vita". Poi ha aggiunto una frase che non dimenticherò mai: "Ora che è stata assunta posso morire serenamente".

È l’angoscia di tutti i caregiver e di tutti i genitori: cosa accadrà ai loro figli quando non ci saranno più? Io continuo a credere che sia possibile costruire un mondo diverso, un mondo migliore. E per farlo basta un piccolo impegno da parte di ciascuno di noi.

Qual è il suo desiderio per il futuro nel suo ambito?

Per il futuro vorrei che PizzAut non esistesse più. E non perché il progetto non sia importante, ma perché significherebbe che non ce n’è più bisogno. Vorrei che tutte le aziende assumessero persone autistiche senza paura, senza pregiudizi, come parte naturale della società. Il mio sogno è che PizzAut possa estinguersi perché l’inclusione sarà diventata la normalità.

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