15 Ottobre 2025
Roberto Capobianco, Presidente Nazionale di Conflavoro PMI, in occasione della presentazione del Rapporto “L’impatto delle criticità della PA sulla competitività e la crescita delle micro, piccole e medie imprese” è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
"Il 93% delle imprese considera la Pubblica Amministrazione enorme, un effetto negativo, un ostacolo alla loro crescita. Il lavoro con la LUISS, molto attento, è stato analizzato in un rapporto che dà davvero un valore a tutto ciò che noi viviamo nel quotidiano, ma vogliamo concentrarci sulle nostre proposte. Abbiamo capito che prima di fare una legge c'è bisogno di analizzare innanzitutto l'impatto economico che quella norma porta nelle PMI, ex ante ed ex post, anche dopo l'effettiva entrata in vigore della norma. Ma soprattutto dobbiamo differenziare piccole e grandi imprese: dunque non una legge per tutti, ma una in base alla categoria dell'azienda e alla sua dimensione e organizzazione aziendale. Altra cosa importante è la validità della norma, la presenza dei controlli: chi non rispetta la norma crea una concorrenza sleale. Dobbiamo dare un merito a quelle aziende che applicano rispettano tutte le norme, e un rating che possa dare un valore alle aziende che certifichino la loro legalità. La Pubblica Amministrazione deve essere davvero amica, è necessario formare i dipendenti di tutta la PA dando loro una valutazione che l'utente, il cittadino o l'azienda possa dare al funzionario, al responsabile, al dirigente per migliorare. Lo Stato deve premiare, o formare per favorire una condizione di crescita per sé e per le aziende: la Pubblica Amministrazione è un'opportunità per lo sviluppo delle imprese".
Quali sono i settori in cui le PMI potrebbero beneficiare maggiormente di interventi pubblici per stimolare la loro competitività internazionale?
"Tutti i settori: non vi è uno in Italia che oggi non risenta della difficoltà create dalla Pubblica Amministrazione. Abbiamo delle criticità riscontrate nelle aziende di piccole dimensioni: le piccole imprese hanno poche risorse umane ed economiche per poter adempiere a tutte le norme di carattere nazionale ed europeo che su di loro impattano. Inoltre, è importante tenere conto anche della classificazione territoriale: la cultura e l’approccio della PA variano tra nord e sud, e al sud questo impatto è ancora più significativo rispetto al nord".
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