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Istat dati 2023: "Oltre 4,5 milioni di imprese industriali e dei servizi attive, aumento dello 0,8% rispetto al 2022"

Crescono le imprese e aumenta l’occupazione, con un margine operativo lordo in crescita fino al 14% nelle aziende 10-19 addetti, nonostante un calo del fatturato del 2,2%

15 Ottobre 2025

Istat dati 2023: "Oltre 4,5 milioni di imprese industriali e dei servizi attive, aumento dello 0,8% rispetto al 2022"

Nel 2023 le imprese industriali e dei servizi sono oltre 4,5 milioni (+0,8% rispetto all’anno precedente). La crescita del numero di aziende è più sostenuta nei settori avanzati dei servizi, mentre nell’industria è limitata ad energia e costruzioni.

Il valore aggiunto cresce, in termini nominali, del 7,3% (+15,6% nelle Costruzioni, +7,2% nei Servizi e +5,6% nell’Industria in senso stretto), meno ampio, rispetto al 2022, è l’aumento degli addetti (+2,4%). Gli investimenti per addetto crescono, in termini nominali, di oltre l’11%, passando da 7,6 a 8,4mila euro. L’incremento si concentra nelle Costruzioni e nei Servizi. Nella manifattura l’intensità di investimento cresce solo per le piccole e medie imprese.

Le imprese organizzate in gruppi (poco più di 190mila imprese) generano il 65,3% del fatturato totale e il 57,9% del valore aggiunto dell’industria e dei servizi, quest’ultimo cresce dell’8,4% rispetto al 2022.

Cresce l’occupazione, in particolare nelle medie e grandi imprese

Nel 2023, sono poco più 4,5 milioni le imprese attive nell’industria e nei servizi di mercato (+ 0,8% rispetto al 2022) e occupano oltre 18,1 milioni di addetti (+2,4% sul 2022). I dipendenti sono circa 13,4 milioni (+3,3% sul 2022).  

Circa l’80% delle imprese opera nel settore dei Servizi (+1,1% rispetto al 2022) che occupa il 67,5% degli addetti e produce il 55,7% del valore aggiunto totale. Nei servizi la crescita dell’occupazione (+2,6% per gli addetti, +3,6% per i dipendenti) è di poco superiore alla media generale.

Nell’Industria in senso stretto, nel 2023, sono attive l’8,3% delle imprese e si registra un calo rispetto all’anno precedente (-1,6%) in termini di numerosità. L’incremento occupazionale (+1,8% per gli addetti; +2,2% per i dipendenti) è inferiore alla media generale. Il settore, per il 2023, occupa il 23,5% degli addetti e realizza il 35,3% del valore aggiunto totale.

Nel settore delle Costruzioni opera l’11,8% delle imprese attive che occupano il 9,0% degli addetti generando il 9,0% del valore aggiunto totale. L’incremento dell’occupazione rispetto all’anno precedente è superiore alla media: +3,3% per gli addetti e +4,6% per i dipendenti.

Le grandi imprese (0,1% del totale) generano circa il 35% del valore aggiunto del 2023, occupano circa un quarto degli addetti (24,4%), un terzo dei dipendenti totali (33,0%) e mostrano un incremento, per entrambe le variabili, del +4,4% rispetto all’anno precedente. Stessi incrementi si registrano per le medie imprese mentre sono leggermente inferiori (+4,3%) per la classe di addetti 20-49.

Il 4,2% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo (190.777 imprese in 124.274 gruppi), con oltre 6,9 milioni di addetti (+6,1% sul 2022) e generano il 57,9% del valore aggiunto dell’industria e dei servizi. La crescita occupazionale riguarda le imprese appartenenti a tutte le tipologie di gruppi: +10,6% per le imprese dei gruppi domestici, +4,6% per le imprese delle multinazionali estere e +1,9% per le imprese delle multinazionali italiane. Le grandi imprese organizzate in gruppi sono soltanto il 2%, ma arrivano a produrre il 57,5% del valore aggiunto dei gruppi.

Decresce lievemente la dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi (36,3 addetti contro 39,3 del 2022). Per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali i valori sono molto più consistenti: la dimensione media varia tra 111,9 addetti per le imprese dei gruppi con governance estera e 135,2 per quelle dei gruppi con governance italiana. Minore la dimensione media delle imprese dei gruppi domestici (18,4 addetti).

Valore aggiunto in crescita e calo del fatturato

Nel 2023, per il terzo anno consecutivo dopo il calo dovuto alla crisi pandemica (-10,5% nel 2020 rispetto al 2019), prosegue la crescita del valore aggiunto in termini nominali (+7,3%) anche se in misura ridotta rispetto agli anni precedenti e in particolare al 2021. La crescita del valore aggiunto si associa, nel 2023, ad una riduzione del fatturato (-2,2%) e a una maggiore contrazione dei costi per l’acquisto di beni e servizi (-7,4%). In particolare, si registra una significativa diminuzione dei costi per beni (-12,1%) non compensata dall’incremento dei costi per servizi (+6,1%).

L’aumento del valore aggiunto è più elevato per le imprese nella classe di addetti 10-19 e per le medie imprese (+8,5%). Per le grandi imprese l’incremento è del 7,8% mentre risultati inferiori alla media riguardano le microimprese (+5,9%) e quelle nella classe 20-49 addetti (+6,9%).

Il confronto rispetto al periodo precedente mostra una crescita del valore aggiunto maggiore per le imprese indipendenti (+13,5%) rispetto a quelle delle imprese appartenenti a gruppi (+8,4%). Nel 2023 sono le imprese dei gruppi domestici a crescere maggiormente come valore aggiunto (+12,2%) mentre per quelle appartenenti a gruppi multinazionali la crescita è del 6,7% (Figura 1).

Il calo del fatturato riguarda le imprese con oltre 20 addetti: -1,2% per quelle nella classe 20-49, -6,7% per le medie e -3,4% per le grandi. Stesso andamento per le imprese appartenenti a gruppi (-4,4%), con un calo ancora più evidente per le medie (-8,8%) e pari a -3,3% per le piccole della classe 20-49 e -3,9% per le grandi.

I costi per acquisti di beni sono in calo per tutte le classi dimensionali (-17,7% per le medie imprese e -14,9% per le grandi). Allo stesso tempo, crescono i costi di acquisto per servizi in particolare per le imprese più grandi (+8,1%) e per quelle piccole nella classe 10-19 addetti (+6,9%).

Altre voci importanti per l’analisi dei risultati economici delle imprese sono il costo del lavoro e il margine operativo lordo che crescono, rispettivamente, del 5,5% e del 9,2%. L’incremento del costo del lavoro fa registrare valori crescenti a partire dal +1,2% delle microimprese, proseguendo nelle classi dimensionali centrali con valori rispettivamente del +4,6% e del +5,2% per le classi 10-19 e 20-49 e superando i valori medi generali per le medie (+6,6%) e per le grandi (+7,2%).

Il margine operativo lordo aumenta del 14,0% per la classe 10-19 e dell’8,6% per le grandi. Incrementi di rilievo riguardano anche le medie imprese (+11,2%).

Gli investimenti per addetto crescono, in termini nominali, di oltre l’11%, passando da 7,6 a 8,4mila euro. Sono in crescita per tutte le classi dimensionali ad eccezione delle grandi imprese (-1,7%).

Prosegue a ritmo sostenuto la crescita del settore delle Costruzioni

Nel 2023, il valore aggiunto delle Costruzioni cresce, rispetto all’anno precedente, del 15,6% (+28,5% per le imprese appartenenti a gruppi) continuando a beneficiare, pur se in misura ridotta rispetto al passato, dei benefici fiscali sulle spese sostenute per interventi edilizi. Il fatturato è in crescita (+14,5%) così come i costi per l’acquisto di beni e servizi che crescono, rispettivamente, del +3,2% e del +20,9%. L’incremento del costo del lavoro, rispetto al 2022, è del 7,9%, il margine operativo lordo cresce del 23,2% e gli investimenti per addetto crescono del 45,8%. Nel settore, il 4,2% delle imprese è organizzato in strutture di gruppo, occupa il 20,1% degli addetti e il 28,8% dei dipendenti e realizza il 32,1% del valore aggiunto del comparto.

Nei Servizi la crescita generale del valore aggiunto sul 2022 è del 7,2% e dell’8,2% per le imprese appartenenti a gruppi. Il fatturato cresce del 5,3% con costi per beni e servizi in aumento rispettivamente del +2,1% e del +6,4%. Anche per costo del lavoro e margine operativo lordo si registrano incrementi rispetto all’anno precedente (rispettivamente +5,9% e +8,5%). L’incremento degli investimenti per addetto è superiore alla media e pari al +15,4%. Nei Servizi, il 3,7% delle imprese fa parte di un gruppo, occupa il 34,6% degli addetti del settore e il 49,1% dei dipendenti e realizza il 52,3% del valore aggiunto del settore.  

Nell’Industria in senso stretto la crescita del valore aggiunto rispetto al 2022 è del 5,6% con risultati migliori per le imprese appartenenti a gruppi (+6,7%), ma sempre inferiori alla media generale. Il fatturato è in calo (-13,2%) ma, allo stesso tempo, cala fortemente la spesa per l’acquisto di beni (-25,8%) e si rileva una crescita contenuta dei costi per servizi (+1,4%). L’incremento del costo del lavoro è del 4,5% mentre il margine operativo lordo è in aumento del 6,8% sul 2022. Nella manifattura gli investimenti per addetto crescono del 2,1% con valori particolarmente rilevanti per le medie (+26,3%) e le piccole imprese (rispettivamente +12,7 e +7,1% per le piccole delle classi 10-19 e 20-49). Il 9,3% delle imprese nel settore è organizzato in strutture di gruppo che impiegano il 55,6% degli addetti e il 61,2% dei dipendenti. Tali imprese realizzano il 73,3% del valore aggiunto dell’Industria in senso stretto.

La produttività nominale del lavoro cresce dell’11,9% per le Costruzioni, del 3,8% per l’Industria in senso stretto e del 4,5% nei Servizi. La produttività, in generale, è maggiore per le imprese appartenenti a gruppi (quasi 90mila euro per addetto contro i 40mila e 400 delle imprese indipendenti) anche considerando la suddivisione in classi di addetti. Lo scarto maggiore, anche se si riduce, continua a essere rilevato per le micro-imprese dove l’indicatore di produttività passa da oltre 112mila euro per le imprese in gruppi a 35mila e 500 per le imprese indipendenti, anche in considerazione delle diverse funzioni esercitate da queste imprese nell’ambito dei gruppi aziendali (Figura 2).

 

 

 

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