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Banco BPM valuta l'ingresso in Miria, sul tavolo quota del 5%, operazione da 44,5 milioni su una SGR che gestisce 3 miliardi

Piazza Meda punta a rafforzare il legame con Enasarco mentre sulla SGR—già coinvolta in investimenti sotto indagine su MPS e Mediobanca (partecipazioni tra il 2% e il 3%)—si accumulano verifiche giudiziarie e una disputa post-acquisizione con Cordusio

05 Dicembre 2025

Banco BPM valuta l'ingresso in Miria, sul tavolo quota del 5%, operazione da 44,5 milioni su una SGR che gestisce 3 miliardi

Giuseppe Castagna, Banco BPM (LaPresse)

Banco BPM sta studiando la possibilità di acquisire una partecipazione in Miria, la società di gestione del risparmio che amministrata il patrimonio dell’Enasarco, la fondazione previdenziale dei commercianti e agenti di commercio. L’operazione, che potrebbe riguardare una quota del 5%, rappresenterebbe un rafforzamento del legame tra l’istituto milanese e uno dei suoi azionisti storici, consolidando le sinergie tra banca e fondazione.

Miria, l’asset manager dell’Enasarco

Miria, precedentemente conosciuta come GWM, è una SGR in house che gestisce circa 3 miliardi di euro di patrimoni. L’acquisizione da parte dell’Enasarco è stata completata all’inizio del 2024, per un importo di 44,5 milioni di euro, rilevando la società dagli ex gestori azionisti. La SGR ha sede principale in Lussemburgo, con società operative collegate a Londra e Malta e sedi secondarie in Italia.

La funzione principale di Miria è quella di amministrare il capitale della fondazione, investendo in strumenti finanziari, immobili e altre asset class, permettendo all’Enasarco di gestire direttamente il proprio portafoglio in modo più strategico e mirato. La società consente inoltre alla fondazione di cercare partner esterni per aumentare la capacità di investimento o co-investire in operazioni rilevanti, come nel caso del possibile ingresso di Banco BPM.

Le dinamiche della partecipazione

L’ingresso di Banco BPM nel capitale di Miria sarebbe inizialmente limitato al 5%, sebbene durante le prime trattative si fosse valutata una quota più significativa, fino al 10%. La possibile acquisizione arriva anche in un momento delicato per la governance della banca: il CEO Giuseppe Castagna punta al rinnovo del consiglio di amministrazione in primavera, cercando la riconferma per un quarto mandato. La partecipazione in Miria potrebbe quindi avere anche un impatto strategico sul consolidamento dei rapporti con uno degli azionisti storici, l’Enasarco.

Collegamenti con altri investimenti e questioni giudiziarie

I fondi gestiti da Miria includono anche partecipazioni in Monte dei Paschi e Mediobanca, acquisite tramite investimenti diretti della fondazione. Alcuni di questi movimenti societari hanno attirato l’attenzione delle autorità di vigilanza, soprattutto per verificare il rispetto delle delibere interne e delle policy di investimento dell’Enasarco. In particolare, alcune operazioni hanno coinvolto società estere, come Malta, considerate "non collaboranti" con la vigilanza italiana, alimentando indagini sui collegamenti tra gli acquisti e altri attori finanziari.

Attenzioni della magistratura e collegamenti finanziari

Alcuni movimenti societari di Miria e dell’Enasarco hanno attirato l’attenzione della magistratura milanese. In particolare, gli acquisti di partecipazioni in Monte dei Paschi e Mediobanca sono stati esaminati per valutare eventuali violazioni delle delibere interne e delle policy di investimento. In questo contesto, sono emersi collegamenti con Luigi Lovaglio, ex amministratore delegato di Monte dei Paschi, e con gruppi come Caltagirone e Delfin, oggetto di accertamenti per presunti concerti nel mercato finanziario. L’indagine punta a chiarire se alcuni investimenti siano stati effettuati in assenza delle necessarie autorizzazioni e se vi siano state interferenze esterne nella gestione delle partecipazioni da parte di Miria, sottolineando la complessità dei rapporti tra fondazioni previdenziali, SGR e grandi operatori del settore.

Partecipazioni e indagini su Mediobanca e MPS

I fondi gestiti da Miria mantengono attualmente una quota inferiore al 2% di Monte dei Paschi, risultato della partecipazione dell’Enasarco alla scalata di Mediobanca. Dopo aver ridotto la precedente posizione del 3% in Rocca Salimbeni ad aprile, durante l’estate la fondazione ha costruito una partecipazione del 2,5% in Piazzetta Cuccia, astenendosi – insieme ad altre casse previdenziali come Enpam e Cassa Forense, per un blocco complessivo del 5,5% – durante l’assemblea di agosto su un’offerta della merchant per Banca Generali. Questo comportamento ha contribuito al fallimento dell’operazione guidata dall’istituto triestino. Su questi movimenti i magistrati milanesi hanno aperto un fascicolo per verificare possibili collegamenti tra le casse previdenziali e soggetti esterni, tra cui il gruppo Caltagirone, la holding della famiglia Del Vecchio guidata da Francesco Milleri, e Luigi Lovaglio, nell’ambito della scalata a Mediobanca.

Dispute post-acquisizione

Nonostante il completamento dell’acquisizione di Miria, la fase post-closing è tutt’altro che conclusa. A un anno e mezzo dall’operazione, l’Enasarco ha avanzato richieste di indennizzo alla fiduciaria Cordusio, segnalando un possibile contenzioso con gli ex gestori azionisti. La disputa riguarda la gestione dei pagamenti e delle somme vincolate durante il passaggio di proprietà e potrebbe evolvere in sede giudiziaria, con potenziali ripercussioni sui rapporti tra la SGR, la fondazione e i venditori.

Prospettive future

L’ingresso di Banco BPM in Miria segnerebbe il primo passo concreto verso l’allargamento del capitale della SGR e potrebbe aprire la strada a ulteriori collaborazioni strategiche tra banca e fondazione. Per Banco BPM, l’operazione rappresenta anche un’opportunità per consolidare la propria presenza nel settore della gestione del risparmio e rafforzare la relazione con un azionista chiave.

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