06 Marzo 2025
Pietro Giuliani, Presidente e fondatore del Gruppo Azimut, in occasione della presentazione dei risultati finanziari 2024 è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Ci rilascia un commento sui dati presentati oggi e soprattutto su quali sono stati i driver che vi hanno portato ad avere questi risultati.
"Noi abbiamo di fatto chiuso un piano a cinque anni che, se vogliamo, negli ultimi sei anni ci ha portato a produrre utili per 2,8 miliardi di euro, che era la capitalizzazione media della nostra società sei anni fa. Questo è il nostro modello di business, abbiamo una società che fa consulenza finanziaria ai clienti, che siano privati o imprese, e molteplici società in giro per il mondo che investono i soldi di questi. Siamo gli unici in italia che hanno praticamente la capacità e la possibilità di operare in tempo reale su tutti i mercati del mondo per un cliente, anche italiano. Poi abbiamo da dieci anni Private equity, private debt e venture capital che portano gli investimenti alternativi e infine facciamo un po' di attività con le imprese di investment banking."
Quali sono gli obiettivi per il 2025 e quelli per il piano dividendo?
"Per il dividendo oggi il consiglio di amministrazione ha deciso di proporre all'assemblea 1,75€, quindi nel complesso circa 250 milioni di euro che pagheremo in maggio come tutti i nostri dividendi che abbiamo pagato. Per quello che riguarda gli obiettivi futuri abbiamo confermato i 10 miliardi di raccolta netta l'anno prossimo, poi magari questo risultato lo vedremo al rialzo, l'utile che è una forchetta veramente quasi ridicola perché dice non meno di 400 milioni dovrebbe essere però 1,25 perché abbiamo un'operazione straordinaria, ossia quella dello spin off e della creazione della nuova banca, che se, come noi pensiamo, si concretizza entro l'anno ci porterebbe verso il 1,25 miliardi di utile netto. Se viceversa questo accadesse l'anno prossimo su questo esercizio ci sarebbero tutti i costi per la nuova banca e quindi si deprimerebbero gli utili che lo scorso anno erano previsti a 500 milioni, poi abbiamo chiuso a 588, e diventerebbero 400."
Come sta procedendo l'operazione bancaria?
"Noi siamo alle battute finali con FSI, il fondo di private equity italiano con cui dovremmo fare un'operazione di scissione pura, quindi quella che fece a suo tempo Fiat con Ferrari. Con loro dovremo massimo entro il mese di aprile arrivare a una conclusione ma potrebbe arrivare anche abbastanza prima. Per quello che riguarda tutte le parti operative siamo partiti ormai da quasi un anno e quindi stiamo andando avanti, ovviamente stiamo per presentare il progetto anche cartaceo di pre filing a Banca d'Italia e poi lo presenteremo alla BCE che ci aspettiamo si possa ragionevolmente concludere entro l'anno."
Azimut è una vera e propria multinazionale dato che per il 50% opera all'estero, ci può dare una descrizione di questa situazione?
"Sì noi abbiamo cercato di replicare in alcuni Paesi il modello così come l'abbiamo fatto in Italia, in altri Paesi invece siamo presenti solamente con un modello distributivo o solamente con un modello di investimento. Sono 18 Paesi in cui noi siamo presenti, abbiamo annunciato, e accadrà abbastanza breve, l'apertura in due altri Paesi uno in Nord Africa e uno in Asia e quindi ci porterebbe a venti Paesi. C'è un bel bias, siamo molto presenti in Paesi emergenti perché vogliamo catturare la crescita che portano. Siamo molto contenti, perché ormai siamo in una fase di utile netto che supporta anche quello che produciamo in Italia."
Con l'arrivo di Trump e l'istituzione dei dazi e con il termine della guerra in Ucraina in un'Europa che spinge per la guerra in Russia, secondo lei come può cambiare la mappa di risparmio?
"Dal punto di vista del risparmio in questi momenti sono necessarie due cose: una è la diversificazione, l'altra la prudenza. Direi che l'Europa un po' di protagonismo qua o là lo possiamo notare, Trump direi che è il re del protagonismo, però lui sta facendo delle cose molto chiare per il suo Paese. Non legherei come uno deve fare gli investimenti, che in genere sono sempre in una logica di medio lungo periodo, a un fattore contingente che può portare anche degli scossoni importanti, ma che poi verrebbero riassorbiti. Quindi io non sono particolarmente preoccupato di quelli che saranno i risultati."
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