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Gianolli (Generalfinance): "Siamo la clinica delle imprese, 42 anni di storia e oltre 500 casi di successo; al via espansione in Spagna e acquisizioni"

Il Giornale d'Italia ha intervistato Massimo Gianolli, Amministratore delegato di Generalfinance: "Nel II semestre nuovo piano industriale; il progetto 'adotta una statua' per il Duomo di Milano"

02 Aprile 2024

Massimo Gianolli, Amministratore delegato di Generalfinance, ha dichiarato Il Giornale d'Italia: 

Generalfinance è la clinica delle imprese, è la mia zona di comfort dove assisto imprenditori nei processi di ristrutturazione del debito e nei processi che riguardano assistenza alle aziende che stanno crescendo troppo o magari troppo poco o aziende che comunque manifestano qualche anomalia. Questo è per me un elemento di estrema caratterizzazione della nostra azienda perché noi diamo finanza a chi di norma ha difficoltà di accesso al credito e questo non vuol dire che precludiamo la finanza a qualsiasi altro tipo di aziende in bonis, ma che questa è la nostra vera specializzazione”.

Che cos'è che vi rende unici?

“I nostri 42 anni di storia sono un unicum. Generalfinance ha compiuto nel mese di novembre dell'anno scorso 42 anni. Il mio team è al mio fianco da tantissimi anni, il sottoscritto in primis è qui da 35 anni, quindi l'esperienza, e questo credo che sia un grandissimo valore che rappresenta per noi la capacità di poter risolvere anche i casi più complessi. Abbiamo oltre 500 casi di successo all'attivo di aziende che sono state risanate, aziende sulle quali abbiamo contribuito a salvaguardare l'asset industriale gli imprenditori e soprattutto tantissimi dipendenti. Anche il made in Italy credo che sia un elemento importante, il vero vanto mio e di tutto il team di Generalfinance.

Quando un'azienda arriva, o direttamente, oppure arriva attraverso advisor, consulenti, attraverso gli stessi imprenditori o attraverso il passaparola noi ovviamente leggiamo i numeri, che sono importanti, ma lo sono relativamente, perché noi prima di tutto valutiamo l'impresa, l'imprenditore, la capacità di stare sul mercato, il piano industriale e il futuro. Non guardiamo molto il passato ma guardiamo specialmente il futuro, perché quando un'azienda ha bisogno di cure bisogna guardare se questa azienda ha le capacità di tornare a correre i 100 metri piani velocemente. Un approccio manageriale è un approccio che guarda al futuro. Insieme a tutti i medici che sono intorno all'azienda e che si occupano del processo di ristrutturazione definiamo qual è il processo e definiamo in che modo e in che tempo si possono realizzare questi piani di ristrutturazione”.

Qualche caso in particolare?

I casi sono tantissimi, i più recenti per esempio Visconti di Modrone, Carni Dock, aziende su cui abbiamo appena iniziato il processo, aziende che sono entrate nel nostro portafoglio da pochissimi giorni, altre che lo sono da tantissimi anni. Casi di grande successo, come Humangest. Ci sono aziende che sono da noi assistite da tantissimo tempo e aziende, imprenditori, che hanno trovato in noi un outsourcer, un'azienda che si occupa del circolante a 360 gradi e della filiera perché è importante occuparci delle vendite ed incassare i soldi velocemente ma anche importante occuparci del processo di filiera che spesso riguarda anche i fornitori”.

Su Italiana Coke qual è stato il vostro lavoro? 

Abbiamo accompagnato l'azienda nel processo di ristrutturazione e l'abbiamo poi accompagnata durante il successivo, inaspettato per certi punti di vista durante il Covid e post-Covid, processo di crescita improvviso che ha permesso all'azienda di uscire in anticipo dalla fase di ristrutturazione. Oggi ci vediamo ancora a fianco dell'impresa, dell'imprenditore, post soluzione e risoluzione dei problemi. L'azienda che corre ha bisogno di qualcuno che dia la benzina, ha bisogno di avere dei partner affidabili e che sappiano cogliere tutte le esigenze di mercato. La cosa importante è che l'approccio di Generalfinance, sia prima dell'ingresso in clinica che durante la permanenza, è sempre un approccio che va nella direzione di poter far crescere l'azienda. Quello che a me interessa come imprenditore è di permettere ad altri imprenditori di poter crescere”.

Un anno di risultati positivi, un anno di conferme, come tu stesso lo hai definito. Che cos'è che vi ha permesso di raggiungere questi risultati e qual è il dato di cui sei più fiero?

 “Il risultato di cui sono più fiero è quello di aver realizzato quanto è stato detto a mercato. Io credo che la cosa fondamentale sia nella vita rispettare i patti, rispettarli con i clienti, con gli stakeholder e ancor più oggi un'azienda quotata si aspetta che i piani vengano rispettati. Questo lo devo sicuramente in primis alla fiducia e alla lealtà dei nostri clienti, di tutti i nostri stakeholder e ne vado fiero soprattutto per il mio team. Aver raggiunto gli obiettivi di piano, aver raggiunto e superato i 15 milioni di euro di utile netto, una crescita del turnover e dell’erogato intorno al 30%, un ROE intorno al 30%, quindi sono dei risultati veramente eccellenti. Il mercato li ha riconosciuti, il titolo è cresciuto quindi diciamo per adesso sono, e lo sarò credo ancora per un bel pezzo, un imprenditore felice”.

Che anno sarà invece il 2024? 

“Gli obiettivi sono sempre quelli del Piano. Abbiamo l'intenzione e stiamo lavorando per realizzare il Piano quindi per superare i 20 milioni di Utile netto, che fra l'altro è un obiettivo su cui stiamo lavorando con il mio team. Il primo trimestre è partito in modo molto positivo. Ci sono tutti gli elementi per raggiungere gli obiettivi, per superare i 3 milioni e duecento mila euro di turnover, per seguire tantissime altre aziende, per dare spazio e per dare finanza a imprese e imprenditori che hanno necessità di avere finanza anche in un momento in cui il sistema bancario ha tirato i remi in barca e ha pensato di affidare sempre meno i rischi legati alle imprese, convertendoli in operazioni finanziarie, ancor più redditizie rispetto al rischio che si corre nel dare soldi all'impresa. Per me la chiave di lettura della nostra azienda è che il nostro lavoro è dare soldi alle imprese, ed è necessario continuare in questa direzione. Nel secondo semestre di quest'anno pubblicheremo un nuovo piano industriale per i prossimi tre anni. Le ambizioni sono tante. Siamo partiti per l'apertura in Spagna, quindi quest'anno è prevista la nostra espansione all'estero. Lo faremo in joint venture con Banca Farmafactoring e abbiamo tante altre potenzialità di crescita sia attraverso acquisizioni che attraverso il mercato, la crescita interna e soprattutto attraverso la parte internazionale”.

Puoi anticiparci qualcosa delle acquisizioni?

Sono in corso acquisizioni potenziali in Italia e all’estero ma non posso anticipare nulla oltre a ciò. Potrebbero dare un'ulteriore potenzialità di crescita all'azienda e sotto certi punti di vista dare anche una maggiore organizzazione interna, suddividendo magari il business tra il core business attuale e un'area digital Small business che io ho sempre sognato di creare all'interno di Generalfinance”.

Oltre a tutto questo anche tanta attenzione al mondo della sostenibilità.

“Sicuramente per la sostenibilità essendo un'azienda di servizi non possiamo fare sicuramente miracoli, ma cerchiamo di agire al meglio che possiamo. La qualità del lavoro interno, il rispetto delle regole di buon senso e di tutto quello che può essere la valorizzazione delle donne e degli uomini che sono al mio fianco e che sono al fianco dei miei dei miei collaboratori. Tantissime attenzioni ad aspetti che magari possono sembrare secondari, ma l'utilizzo di energia da fonti pulite, da fonti rinnovabili, abbiamo eliminato quasi tutte le stazioni di stampa, abbiamo una grande attenzione anche proprio al risparmio energetico all'interno di tutta la nostra azienda e di tutte le nostre sedi. Abbiamo una grandissima attenzione e cerchiamo di destinare al sociale una parte dei nostri guadagni, sostenendo cooperative che danno lavoro a persone disagiate, sostenendo il patrimonio artistico italiano, come l'Arena di Verona, il Duomo di Milano, la nascita di un orfanotrofio al Cairo, i frati francescani, le mense dei poveri. Tantissime attività che mi vedono spesso impegnato in prima persona, perché ritengo che si debba restituire la fortuna che abbiamo, attraverso non soltanto donazioni ma attraverso un impegno fisico, un impegno di presenza personale del sottoscritto e dei miei collaboratori. Tutto quello che può essere fatto cerchiamo di farlo nel modo più coerente e leale, spesso volentieri sotto traccia, perché non ci interessa raccontare le opere di bene ma ci interessa farle”.

Un esempio in particolare nel dettaglio?

Sotto tanti punti di vista il più bello e variegato è quello del Duomo di Milano, perché poi si è in qualche modo diramato in tutta una serie di ulteriori elementi estremamente particolari. L'iniziativa è nata nel pieno del Covid, si chiama “adotta una statua”, e consiste nell'adozione del gigante numero 29, che è una statua che dopo 300 anni è scesa dal Duomo di Milano. L'adozione è stata fatta con lo scopo di contribuire ai restauri del nostro Duomo e soprattutto poi di far fare un viaggio alla statua originale post restauro all'interno della mia cantina di Verona. Perché? Perché i giganti sono dei guardiani, sono i 96 guardiani che reggono il Duomo di Milano. Volevo che in questo modo il legame della mia famiglia tra Verona e Milano fosse in qualche modo suggellato anche dal viaggio di questa statua. Da lì è nato il mio prodigarmi nell'essere un ambasciatore delle statue. Ho convinto tanti altri amici, tante altre aziende milanesi, a fare la stessa cosa. Poi è nato anche il vino del Duomo di Milano e sono nati due prodotti con il marchio “Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano” che permettono di essere mecenate ad ognuno di noi anche semplicemente acquistando una bottiglia. Attraverso il vino, il Brut, il rosso del Duomo, abbiamo contribuito con importi molto rilevanti e continuiamo a contribuire, quest'anno a tutti i nostri clienti abbiamo regalato la scatola del Duomo di Milano per Pasqua e non vi cielo che il ritorno dal punto di vista delle chiamate, dal punto di vista dei messaggi arrivati è estremamente bello, estremamente positivo. In ultimo, sempre nel palazzo la Veneranda Fabbrica del Duomo, apriremo nel mese di giugno un club, un wine business club, anche questo va nella stessa direzione di continuare a contribuire. Da una piccola cosa e da un impegno personale sono nate tantissime altre cose, si è creata un'onda d'urto che ha poi portato tantissimi altri amici a contribuire a loro volta in modo sostanziale”.

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