10 Giugno 2025
Durante le proteste anti-immigrazione scoppiate nella notte tra il 9 e il 10 giugno, un gruppo di manifestanti incappucciati ha messo a ferro e fuoco il centro di Los Angeles. Il bersaglio più clamoroso: l’Apple Store nel celebre Tower Theatre, nel quartiere di downtown.
I teppisti, approfittando della confusione e dell’alta tensione nelle strade, hanno sfondato le vetrine del negozio, saccheggiando i dispositivi in esposizione e coprendo l’area di graffiti e slogan. Le forze dell’ordine, accorse sul posto, hanno dovuto ricorrere a gas lacrimogeni e granate stordenti per disperdere la folla. Alcuni testimoni parlano di scene da guerriglia urbana, con barricate improvvisate e bottiglie incendiarie.
Secondo quanto riferito dalla polizia di Los Angeles, al momento sono solo 5 gli iPhone recuperati. I dispositivi, ritrovati sul ciglio della strada a poche isolati dallo store, erano stati abbandonati dagli stessi ladri dopo che hanno iniziato a suonare all’unisono a tutto volume. Un allarme attivato da remoto da Apple, che ha reso i telefoni inutilizzabili e ha visualizzato sullo schermo il seguente messaggio: “Si prega di tornare all'Apple Tower Theatre. Questo dispositivo è stato disabilitato e viene monitorato. Le autorità locali saranno allertate”.
Il messaggio ha presumibilmente spaventato i responsabili, inducendoli a disfarsi rapidamente della refurtiva. Un portavoce della Apple ha confermato che tutti i dispositivi rubati sono stati immediatamente disabilitati tramite il sistema di gestione aziendale. "La sicurezza dei nostri clienti e dei nostri team è la nostra priorità", ha dichiarato.
Intanto, le indagini proseguono. Le autorità stanno esaminando le telecamere di sorveglianza e incrociando i dati con le immagini condivise sui social durante l’assalto. Al momento non risultano arresti, ma il sindaco Karen Bass ha promesso “tolleranza zero verso la violenza e il vandalismo”.
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