03 Maggio 2025
L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito nella notte un’ampia infrastruttura militare in Siria. L’operazione ha preso di mira "un sito militare, cannoni antiaerei e infrastrutture missilistiche terra-aria", si legge in una dichiarazione ufficiale. L'esercito – prosegue la nota – "continuerà ad agire, se necessario, per difendere i civili israeliani".
I raid, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono stati i più intensi registrati dall’inizio del 2025. L’organizzazione con sede a Londra ha parlato di "oltre 20 attacchi israeliani" che hanno colpito "magazzini e siti militari a Deraa, vicino a Damasco, e nelle regioni di Hama e Latakia". "Questi raid sono i più violenti dall'inizio dell'anno", ha ribadito l’ong.
L’offensiva è arrivata dopo aspri combattimenti scoppiati nei pressi della capitale siriana e nel sud del Paese, lungo il confine con Israele. Gli scontri hanno coinvolto combattenti della minoranza drusa, il cui sostegno da parte di Tel Aviv ha contribuito a infiammare ulteriormente la situazione.
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, uno dei raid ha provocato la morte di un civile, senza fornire ulteriori dettagli sull’identità della vittima o sul luogo esatto dell'attacco.
Ieri, sempre nella notte, l'Idf ha condotto un attacco aereo nella zona del palazzo presidenziale a Damasco, colpendo l'area che lo circonda. L'attacco è avvenuto in correlazione con i combattimenti che si stanno svolgendo in questi giorni tra gli uomini filo-governativi e i combattenti della comunità drusa, che hanno causato almeno 100 morti. Il premier israeliano Benjamin Neatnyahu, insieme al ministro della Difesa, Israel Katz, ha fatto sapere che l'attacco era mirato a dare "un chiaro segnale al regime siriano". "Non permetteremo l'invio delle truppe a Sud di Damasco né alcuna minaccia alla comunità drusa", si legge nella dichiarazione.
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