28 Marzo 2025
Israele torna a bombardare Beirut dall'inizio della tregua con Hezbollah entrata in vigore lo scorso novembre a seguito del lancio di due razzi dal Libano verso il nord di Israele. Netanyahu ha commentato: "Non permetteremo nessun attacco alle nostre comunità, avete ricevuto un assaggio della nostra determinazione" mentre Hezbollah si difende: "Noi fedeli al cessate il fuoco".
Israele è tornato a bombardare Beirut rompendo ufficialmente la tregua con Hezbollah dopo 4 mesi. I raid Idf si sono concentrati nei sobborghi meridionali della capitale, nel quartiere di Hadath considerati "roccaforte di Hezbollah", le forze israeliane hanno affermato di aver colpito 15 obiettivi di Hezbollah tra infrastrutture, un deposito di droni, lanciarazzi e combattenti. Non è ancora noto il numero delle vittime. L'attacco dello stato ebraico è avvenuto a seguito di due razzi lanciati dal Libano verso il nord di Israele di cui Hezbollah non ha riconosciuto la responsabilità dichiarandosi invece "fedele al cessate il fuoco".
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha rivendicato l'attacco affermando che "coloro che non hanno ancora accettato la nuova situazione in Libano hanno ricevuto oggi un altro esempio della nostra determinazione". "L'equazione è cambiata: ciò che è accaduto prima del 7 ottobre non si ripeterà. Non permetteremo alcun attacco contro le nostre comunità, neanche il minimo" ha aggiunto. Il premier ha assicurato che Israele continuerà a "far rispettare con determinazione il cessate il fuoco" e che non esiterà a colpire "ovunque in Libano contro qualsiasi minaccia allo Stato di Israele".
Il Ministro della Difesa Israel Katz ha affermato: "Sto inviando un chiaro messaggio al governo libanese: Se non applicherete l'accordo di cessate il fuoco, lo applicheremo noi". Mentre gli Stati Uniti, solidali con Israele, hanno comunicato di sostenere "pienamente lo Stato di Israele nella risposta alla violazione del cessate il fuoco avvenuta dal Libano", ha dichiarato il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus. Gli States inoltre hanno applicato nuove sanzioni contro lo staff finanziario di Hezbollah (5 persone e 3 entità) "che supervisiona i progetti commerciali e le reti di contrabbando di petrolio che generano le entrate".
Nel frattempo il Mossad starebbe trattando con Somalia, Sud Sudan e Indonesia per far "accogliere" nei loro paesi "un gran numero di palestinesi". "Diverse settimane fa" il premier Netanyahu "ha incaricato l'agenzia di intelligence estera Mossad di trovare paesi che accettino di accogliere un gran numero di palestinesi sfollati dalla Striscia di Gaza", hanno affermato media internazionali citando come fonti due funzionari israeliani e un ex funzionario statunitense e confermando i contatti con Somalia, Sud Sudan e Indonesia.
Sul tema della ricollocazione dei cittadini della Striscia, il Giornale d'Italia aveva già pubblicato un retroscena dopo essere venuto in possesso di un documento dell'Institute for Zionist Strategies in cui si fa riferimento al "ripulire" la Striscia da 500mila palestinesi e provvedere alla loro ricollocazione in un accordo valido 4 miliardi di dollari da mettere in atto con il supporto economico degli Stati Uniti.
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