03 Febbraio 2024
Nella notte tra venerdì 2 e sabato 3 febbraio l'esercito degli Stati Uniti ha effettuato diversi attentati contro obiettivi e strutture legate alla Guardia rivoluzionaria islamica dell'Iran e ai gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria. Gli attacchi, come confermato da John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, sono "perfettamente riusciti" e sono la risposta alla morte di tre soldati statunitensi nell'attacco compiuto tra sabato e domenica scorsi in Giordania. Nel mirino dell'esercito a stelle e strisce ben 85 "obiettivi" e 7 strutture: 3 in Siria e 4 in Iraq. Per gli attacchi sono stati utilizzati oltre 125 munizioni di precisione. Il bilancio dei caduti è di 18 persone. Dall'America Joe Biden ha assicurato che gli Stati Uniti non stanno cercando una guerra con Teheran, ma intanto il capo delle forze armate irachene promette che ci saranno conseguenze nefaste.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong con sede nel Regno Unito, i raid notturni degli Stati Uniti sulla Siria hanno ucciso almeno 18 combattenti allineati con l’Iran. I raid si sono svolti nell'arco di 30 minuti. Agli attacchi hanno preso parte diversi aerei, tra cui i B-1. "Ci saranno ulteriori risposte", ha poi avvertito John Kirby, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. "Non stiamo cercando una guerra con l'Iran", ha aggiunto Kirby, precisando che gli Stati Uniti hanno preallertato il governo iracheno, ma che "non ci sono state comunicazioni con Teheran dall'attacco dello scorso fine settimana".
Gli attacchi degli Stati Uniti costituiscono una "violazione della sovranità irachena e rappresentano una minaccia le cui conseguenze saranno nefaste per la sicurezza e la stabilità". Sono le parole del portavoce del comandante in capo delle forze armate irachene, il generale Yahya Rasul Abdullah. "Le città di Al-Qaim e le zone di confine irachene sono state prese di mira dai raid aerei statunitensi, in un momento in cui l'Iraq sta cercando di garantire stabilità nella regione", ha aggiunto Abdullah dopo i bombardamenti americani della notte scorsa in Iraq e Siria. "Questi attacchi rappresentano una violazione della sovranità irachena" e causeranno "un indebolimento degli sforzi del governo iracheno, e rappresenteranno una minaccia che trascinerà l'Iraq e la regione verso conseguenze indesiderabili e disastrose per la sicurezza e la stabilità".
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