27 Ottobre 2022
Spari sulla folla in Iran. In diverse città del Paese ci sono state grandi manifestazioni in occasione dei 40 giorni dall’uccisione di Mahsa Amini, la donna di 22 anni morta il 16 settembre a Teheran dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non avere indossato correttamente il velo islamico, o hijab, come prescritto dalle leggi iraniane. La manifestazione più partecipata è stata nella città originaria di Amini, Saqqez, nel Kurdistan iraniano, dove decine di migliaia di persone sono andate al cimitero dove la donna è sepolta per renderle omaggio e dove ci sono stati violenti scontri tra manifestanti e polizia. Con colpi di arma da fuoco esplosi dalle forze dell’ordine.
La polizia ha cercato di impedire con la forza ai manifestanti di raggiungere la tomba di Amini, e secondo diversi testimoni, e come dimostrano diversi video diffusi sul web, ha sparato colpi d’arma da fuoco e lacrimogeni contro la folla. Le autorità iraniane lo hanno confermato, ma hanno spiegato che la polizia ha sparato solo per difendersi da un attacco dei manifestanti. Secondo la ong Hengaw, che ha sede in Norvegia e si occupa delle violazioni dei diritti umani nel Kurdistan, almeno 50 persone sarebbero state ferite negli scontri con la polizia.
Nei video pubblicati sui social network mostrano che prima dell’inizio della manifestazione la polizia iraniana aveva bloccato le strade che portavano al cimitero di Saqqez per impedire alle persone l’accesso, ma moltissime hanno lasciato le proprie auto e hanno cominciato a sfilare a piedi verso il cimitero. Nei video si vede una grande folla che percorre la strada che porta alla tomba dove è seppellita Amini, gridando slogan contro il regime iraniano e in particolare contro Ali Khamenei, la Guida suprema, cioè la figura politica e religiosa più importante dell’Iran. In altri filmati, invece, è possibile vedere (e sentire) i colpi di arma da fuoco che avrebbe esploso la polizia sui dimostranti.
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