19 Aprile 2024
Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, non partecipa in presenza ai lavori del Feuromed 2024, in corso a Napoli, nel Centro congressi dell'Università degli studi Federico II "Mi spiace non esserci - dice subito intervenendo in video-collegamento - ma è stato un problema di sicurezza. Purtroppo anche ieri i nostri tecnici sono stati attaccati fisicamente da gruppi di manifestanti che manifestano un dissenso in una maniera riprovevole. Abbiamo deciso quindi di sospendere per un certo periodo, sicuramente almeno per un mese, tutte le nostre visite presso centri accademici eccetera. Non è più sicuro ed è veramente imbarazzante che questo succeda. Noi andiamo semplicemente a parlare con gli studenti perché c'è carenza di personale e per noi è molto importante per il futuro del progresso, della tecnologia del nostro Paese e dell'Europa, che ci sia una grande attenzione all'acquisizione di cervelli stem".
"Due anni fa circa scoppia la guerra e per la prima volta dopo tanti anni in cui abbiamo vissuto una specie di pace fredda in Europa, in cui veniva data per scontata la sicurezza, assumendo che fosse quasi gratis, ci ritroviamo in una guerra alle porte dell'Europa, nella porta Sud-Est. Nessuno si immaginava che questo potesse succedere.
La prima cosa che impariamo è che ragazzi armati di telefoni mobili collegati ad una rete cellulare, utilizzando droni che di solito portano delle telecamere e invece mettevano mezzo kg di C4, sono in grado di distruggere macchine come i carri armati che costano decine di milioni. Cioè il digitale, in tutte le sue varie locuzioni, dal telefono al satellite, per internet al drone, si rivela essere una formidabile - in questo caso - arma di difesa".
"Seconda lezione che impariamo è che scoppia questa guerra - in quel momento come sapete ero ministro dell'Energia - e la prima cosa che noi vediamo a livello globale, nonostante fosse un conflitto locale, in un Paese specifico, crolla la sicurezza energetica.
In quel momento noi ci mettiamo all'opera per diversificare le forniture e, come diceva il ministro Fitto prima, correttamente - sembra che all'improvviso ci accorgiamo che dipendiamo per il 40% delle forniture di gas da un solo Paese.
In realtà lo sapevamo ma davamo per scontata la pace, e quindi ci sembrava tutto sommato non molto pericoloso.
Subito dopo l'insicurezza energetica scoppia l'insicurezza alimentare, il grano, e subito dopo ci rendiamo conto che l'insicurezza cibernetica è enorme, hackers da tutte le parti, poi l'insicurezza delle infrastrutture, per esempio con i sabotaggi.
Quindi la seconda lezione di questa guerra è che la sicurezza globale è il vero target della difesa. Diventa quasi un uno dei capitoli di un concetto molto più ampio che è quello della sicurezza globale.
"Terza e ultima lezione è che non ce la facciamo da soli": il riferimento di Cingolani va espressamente alla "frammentazione europea in 27 Stati membri, ognuno dei quali investe su proprie piattaforme militari, piattaforme di difesa, proprie macchine, quindi propi aerei, propri carrarmati, etc", con l'effetto di disperdere le risorse rispetto a quello che fanno altri competitors con un'efficacia più bassa a parità di risorse.
"E' evidente che se queste sono le lezioni che abbiamo appreso, la domanda cui dobbiamo rispondere è: ma noi siamo pronti in una situazione in cui la sicurezza è il target, non la difesa da sola?".
"In un complesso sistema come quello di una zona di guerra, i sistemi devono essere interoperabili cioè si devono parlare fra di loro e sono normalmente controllati da un satellite. Avete visto cosa è successo nel recente attacco che è stato portato dall'Iran in Israele: sistemi di difesa localizzati in diverse regioni hanno simultaneamente in qualche maniera neutralizzato il 90% del degli attacchi che arrivavano. C'è un'intelligenza di base che possiamo chiamare intelligenza artificiale che in tempo reale dice di capire le traiettorie, di vedere come intercettare e così via e richiede capacità digitali supercalcolo e cybersicurezza (...) per quanto ci possa piacere, la difesa ha un costo, ha un prezzo. La pace va difesa e quindi noi abbiamo bisogno di infrastrutture in modo da poterci difendere perché purtroppo le guerre ci sono, ci saranno, ci sarà sempre uno grosso, brutto e cattivo che invade un Paese che non sarà libero"
"Sono padre di tre figli e ovviamente ho una profonda paura di una guerra per i miei figli. Ma non è dicendo a chiacchiere negoziate che troviamo una soluzione, che possiamo risolve il problema. C'è un problema di essere preparati al fatto che c'è qualcuno che, come successo in questo caso, invade qualcun altro".
"Il pubblico in questo momento ha un un ruolo importantissimo nella formazione. I governi hanno un ruolo importantissimo in una pianificazione strategica. Le aziende lavorano tantissimo nel trasferire, nel fare e trasferire innovazione.
Leonardo assumerà 26.000 persone nei prossimi 5 anni. Se 17.000 circa saranno persone che verranno rimpiazzate per limiti di età, le altre saranno proprio cervelli nuovi.
Noi fatichiamo a trovare gli Stem, cioè quelli con formazione tecnica sufficiente per le sfide, perché un conto è fare metalmeccanica diciamo al Cairo, un conto è dover rendere digitali sistemi che sono già molto complessi.
Sta cambiando anche il paradigma tecnologico e il tipo di tecnologia che dobbiamo sviluppare. Oggi le nazioni più potenti sono quelle che hanno piu kilobite e più capacità di calcolo per persona".
"C'è una percezione in questo momento di insicurezza anche continentale. Gli Stati membri stanno riflettendo sul fatto che, se unissimo le forze, sarebbe più facile essere competitivi e sicuri: unire le forze a un livello politico, a un livello industriale".
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