Campari starebbe approfondendo la possibilità di vendere tre storici marchi italiani – Averna, Braulio e Zedda Piras – al prezzo di 100 milioni di euro, nell’ambito del piano di razionalizzazione del portafoglio annunciato dal CEO Simon Hunt. I tre brand genererebbero un fatturato annuo di circa 80 milioni di euro, pari a circa il 2,5% dei ricavi consolidati, ma con una redditività inferiore rispetto alla media del gruppo.
Equita stima per questi marchi un gross margin compreso tra il 25% e il 30%, contro il 42% dell’intero perimetro Campari. Tra i potenziali acquirenti figurerebbe anche NewPrinces (ex Newlat Food), oltre ai principali operatori italiani del segmento degli amari: Gruppo Montenegro, Ilva Saronno, Gruppo Lucano e Fratelli Branca Distillerie.
La possibile cessione sarebbe in linea con quanto illustrato dallo stesso Hunt durante lo “Strategy Day”, quando il manager aveva ribadito la volontà di concentrare investimenti e risorse su marchi globali ad alto potenziale come Aperol, Espolòn, Campari, Courvoisier e Wild Turkey. Circa una trentina di brand – ha spiegato – sarebbero considerati cedibili, pur rappresentando complessivamente solo il 9% dei ricavi.
Secondo Equita, applicando multipli simili a quelli della recente vendita di Cinzano, l’operazione potrebbe generare per Campari un incasso di circa 100 milioni di euro, con impatto marginale sulla valutazione complessiva. La sim ha confermato il rating Buy sul titolo, con target price di 8 euro.
Anche per NewPrinces l’eventuale acquisizione avrebbe una valenza strategica: i marchi andrebbero a rafforzare il neonato polo spirits della controllata Princes Ready To Drink, sviluppato attorno all’ex stabilimento Diageo in Piemonte. L’unico limite, rileva Equita, è la mancanza di una rete diretta nel canale Ho.Re.Ca., che costringerebbe il gruppo ad appoggiarsi a distributori terzi. Nonostante ciò, la sim mantiene una raccomandazione Buy e un target price di 30,5 euro, ritenendo che l’operazione possa creare valore aggiunto.
Intermonte condivide la lettura strategica: la possibile uscita da marchi storici, pur iconici, sarebbe coerente con la linea tracciata dopo la vendita di Cinzano, volta a migliorare il mix di portafoglio, liberare capitali e aumentare la focalizzazione su brand globali a più ampie prospettive di crescita. Analoga la posizione di Intesa Sanpaolo, che ricorda come NewPrinces avesse già segnalato l’esistenza di contatti esplorativi con Campari durante le recenti conference call, anche alla luce dell’acquisizione dello stabilimento Diageo di Santa Vittoria d’Alba.
Intanto a Piazza Affari il titolo Campari beneficia delle indiscrezioni: il titolo sale del 2,75% a 5,68 euro, con un’impostazione tecnica positiva che vede resistenze a 5,729 e 5,871 euro e un supporto a 5,587. Bene anche NewPrinces, che guadagna l’1,18% a 17,1 euro: le resistenze si collocano a 17,27 e 17,65 euro, mentre il supporto principale è a 16,89 euro.








