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Salini (Webuild): "ponte sullo Stretto occasione per l'Italia, una vetrina per dimostrare nostra competitività, anche verso la Cina"

L'ad di Webuild Pietro Salini "Penso si possano fare qui grandi cose, dare lavoro alla gente, creare infrastrutture che servono alle persone per muoversi e per avere un futuro migliore"

18 Aprile 2024

Pietro Salini, amministratore delegato Webuild, al Feuromed - Festival euromediterraneo dell'Economia è intervenuto sul Mezzogiorno che "riconnette i Mediterranei all'Italia e l'Italia al Nord dell'Europa. Il Giornale d'Italia lo ha intervistato

Dott. Salini, sarà un ingegnere a salvare il mondo? 

"I saggi, i salvatori non ci devono essere. Noi facciamo il nostro mestiere fatto bene, lo facciamo credendoci. Io penso che si possano fare qui delle grandi cose, dare lavoro alla gente, creare infrastrutture che servono alle persone per muoversi e per avere quel futuro che noi abbiamo avuto dai nostri padri, che è migliore di quello che loro hanno vissuto, e che rischiamo invece di non dare ai nostri ragazzi. 

Io penso che la cosa peggiore che possa capitare a una persona che ha, come me, superato i 60 anni, è pensare che tutta la propria vita non è servita a dare un futuro migliore ai propri figli. Non penso ci sia niente di peggio. Quindi io mi impegno molto per questo. Penso che se tutti quanti facciamo il nostro piccolo passetto, questo si può fare. 

A proposito di passi, quando la prima pietra per il ponte sullo Stretto?

"Questo dipende dalla politica. Noi siamo pronti: abbiamo già le squadre che stanno aspettando di poter essere convocate. Poi ci sarà la parte dei permessi che state tutti vedendo, anche sui giornali: è diventata come una partita di calcio, e ogni mattina c'è un permesso da superare. Io penso che ci siano tutte le risposte e che quindi si riesca a superare anche questa fase in breve.

Ricordatevi che è un progetto molto grande, con molte migliaia di documenti, quindi è chiaro che ci sono delle domande che qualcuno giustamente si deve fare, facendo questo per mestiere. Quindi noi diamo le risposte. La Società Ponte di Messina darà le risposte e noi certo faremo la nostra parte per quello che abbiamo fatto.

Io penso che si possa, nei 30 giorni previsti, dare tutte le risposte e andare avanti in questo progetto che penso sia una bella bandiera per l'Italia". 

Novità per la Diga Foranea di Genova?

"Sta andando avanti bene e presto vedrete il cassone che emerge dall'acqua.

Io penso che questa sia l'unica cosa che un grande gruppo come il nostro deve fare: assicurare la realizzazione delle opere, dare il lavoro alla gente, fare le cose fatte bene, assicurare trasparenza, legalità, rispetto delle leggi e fare le cose come devono essere fatte".

Perché secondo lei c'è sempre questa resistenza alle nuove opere?  

"C'è sempre in questo Paese. Deve pensare che abbiamo un Paese che è sostanzialmente diviso in due blocchi che hanno tutti e due il 50%. Quando vince uno dei blocchi, ha vinto con il 51% e non col 70%. Quindi ci sono delle persone che pensano, giustamente politicamente, di avere altre priorità ed è una cosa che va rispettata perché fa parte della democrazia. La cosa che a me preoccupava, l'ho detto oggi, non è tanto che ci siano opinioni diverse - perché questa è la ricchezza della democrazia - ma che invece la politica si metta a fare i conti dei ponti, questo mi preoccupa.

Ebbene, che i conti dei ponti li facciano gli ingegneri, poi le scelte le facciano i politici. Insomma, se un ponte deve stare in piedi non lo deve disegnare uno che viene eletto, ma lo deve fare della gente che fa questo di mestiere poi, dopodiché, invece, la politica giustamente decide se si fa o non si fa quel ponte, quando si fa, quando non si fa e questo è assolutamente legittimo".

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