31 Gennaio 2022
Duccio Vitali, Amministratore Delegato di Alkemy, descrive a Il Giornale d'Italia le evidenze emerse dallo studio Alkemy sul grado di maturità digitale delle società di Piazza Affari.
Digital Trasformation. Quali saranno le categorie di prodotti e servizi più a rischio o favoriti? Come evolveranno i consumer needs, le abitudini di spesa e i modelli di consumo?
Coerentemente con quanto detto sulle tre fasi della trasformazione digitale e sul fatto che c’è stata un’importante crescita della fase in cui le aziende iniziano a utilizzare il digitale non tanto come leva operativa o tattica ma come elemento strategico del modello di business (ricordiamo che il 26% si trova in questa fascia), la parte iniziale di questo percorso è senz’altro la parte di strategia e di consulting.
Abbiamo sempre più progetti in cui l’Amministratore Delegato richiede di disegnare il customer journey, ovvero la digital roadmap utile a comprendere come, grazie a digitale, innovazione e tecnologia, l’azienda può rendere più competitivo il modello di business.
Il tema dei big data e analitcs sta crescendo moltissimo, crediamo sia la competenza che cresce maggiormente ed è sempre più rilevante per le aziende, che stanno cogliendo l’opportunità offerta dal digitale allargando il numero di touchpoint per la raccolta dei dati, utili per prendere decisioni migliori. Un’altra importante componente è quella del digital marketing, ovvero l’utilizzo delle piattaforme digitali per acquisire clienti, lead, vendere prodotti e altro. Sono queste le categorie di servizi che stanno crescendo di più.
Giudica sufficienti le risorse messe in campo con il PNRR per rendere possibile la rivoluzione digitale? Come possono le aziende cogliere a pieno questa possibilità?
Le risorse sono sicuramente adeguate. Dei 194 miliardi messi a disposizione dal PNRR, 40 miliardi sono per il digitale, di cui 16 per la Pubblica Amministrazione e ben 24 a disposizione delle aziende. Le risorse ci sono ma il tema vero sono i soggetti, ovvero chiedersi se le aziende sono mentalmente pronte a utilizzare queste risorse per cogliere l’opportunità di trasformare il modello di business e, dall’altro lato, se hanno le competenze per fare questo passaggio. La sfida è lì, ma dal punto di vista delle risorse ci siamo.
Per quanto concerne invece il tema delle competenze, come poter arrivare pronti all’imminente rivoluzione che sta già impattando sul mondo del lavoro?
Questo è l’anello più critico. Le risorse ci sono, così come le tecnologie, sempre più disponibili, performanti e a buon prezzo, ma il tema vero è quello delle competenze. Sia dal lato aziende, ovvero avere le competenze interne per gestire i processi una volta digitalizzati, sia dal lato offerta, ovvero aziende capaci di aiutare altre aziende per migliorare. Questo è l’elemento decisivo, non soltanto per poter sfruttare appieno le risorse che verranno messe in campo dal PNRR, ma perché è l’elemento strategico su cui bisogna puntare per il futuro del Paese. Noi di Alkemy per esempio abbiamo costituito un’Academy interna per formare ragazzi che hanno appena terminato il percorso universitario che molto spesso non sono ancora pronti a mettere in pratica queste competenze. Li formiamo noi internamente, ma sicuramente è un tema su cui ragionare perché è molto importante per il Paese.
Quale sarà il ruolo di Alkemy e su cosa punterete in questo 2022?
Noi aiutiamo le aziende, sia nella parte iniziale di livello strategico, in modo da comprendere come il digitale possa rendere più competitivo il business, sia nella fase di implementazione, quindi nella realizzazione di piattaforme tecnologiche e digital touchpoint. Le aziende ci chiamano per fornire risorse e competenze che gestiscano i processi una volta digitalizzati. Competenze nell’ambito dei data, digital marketing e delle piattaforme che usiamo. Sempre più diventiamo quasi un outsourcer per colmare questo gap delle aziende.
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