26 Settembre 2025
Un ragazzo di 17 anni, figlio di un noto commerciante di Vittoria (Ragusa), è stato rapito ieri sera sotto gli occhi dei suoi amici in una piazzetta del rione Forcone, poco dopo le 21:30. Due uomini con il volto coperto lo hanno chiamato per nome, lo hanno minacciato con un’arma e costretto con la forza a salire su una Fiat Panda nera.
Ai presenti i rapitori hanno detto: “Non vi preoccupate, vogliamo solo lui”, lasciando intendere che il blitz fosse mirato. Un’azione rapida, organizzata nei dettagli, come ha raccontato per primo il giornalista Giovanni di Gennaro, che parla di un intervento "frutto di una pianificazione accurata".
Il ragazzo è il primogenito di una famiglia molto conosciuta nel settore ortofrutticolo, attiva all’interno del più grande mercato del Mezzogiorno, proprio a Vittoria.
Subito dopo il sequestro, il commando si è allontanato a bordo della Panda nera, seguita da una seconda auto, una Panda bianca. Prima di fuggire, i malviventi hanno fatto lasciare a terra il cellulare del ragazzo, probabilmente per evitare il tracciamento.
Le due auto si sono dirette verso Pedalino. Immediato il dispiegamento delle forze dell’ordine e l'avvio delle ricerche, mentre la notizia si è diffusa rapidamente in paese. Sono ora al vaglio le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Le ipotesi al momento restano tutte aperte: regolamento di conti, estorsione o un’intimidazione alla famiglia.
Il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, ha convocato una seduta straordinaria della giunta e ha rinnovato la richiesta di rafforzare la presenza delle forze dell’ordine: “Da anni chiediamo maggiore sicurezza. Un sindaco ha il diritto di essere ascoltato. Questo episodio ci riporta indietro nel tempo, ai sequestri del notaio Garrasi o del piccolo Alfredino Fuschi. Siamo preoccupati, anche per la modalità con cui è avvenuto: davanti a testimoni e con armi in pugno”.
Anche il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, ha lanciato un appello ai rapitori: “Faccio appello affinché rilascino subito il ragazzo. È un fatto gravissimo che ci ha profondamente turbati. Confidiamo nel lavoro delle forze dell’ordine e speriamo che il giovane possa presto tornare sano e salvo dalla sua famiglia”.
Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe agito con estrema freddezza: hanno isolato il ragazzo, lo hanno chiamato per nome e lo hanno costretto a lasciare il telefono prima di caricarlo in auto. Le modalità fanno pensare a un gruppo ben organizzato e con esperienza.
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